GLACIOLOGIA, CAMPO DEL 31-31/01/04
DIFFICOLTA' ARGOMENTO: MEDIA
DIFFICOLTA' LINGUAGGIO: MEDIA

Glaciologia, relazione sul campo del 30-31.01.04:
Evoluzione meteorologica dei tre giorni precedenti il campo e suoi effetti sulla stabilità del manto nevoso, come evidenziato dai rilevamenti effettuati a Campo Felice e Fonte Cerreto.
DI GIULIO SPERANZA E PAOLO RAMAZZOTTI

ZONA DEL RILEVAMENTO IN DATA 30 GENNAIO 2004
Rilevamento effettuato accanto alla strada statale N°17bis alla quota di 1200m.s.l.m. in località Fonte Annorsi a 1km dalla partenza della funivia Gran Sasso d’Italia posta a Fonte cerreto.

Foto 1: Traccia dello scorrimento di valanghe nel bosco misto di faggi e conifere sui contrafforti occidentali della Scindarella, sopra il punto in cui si è rilevato.

CARATTERISTICHE CLIMATICHE NELLA ZONA DI FONTE CERRETO
La zona in cui si è rilevato si trova sul versante SW della catena del Gran Sasso; questo versante è caratterizzato da differenti caratteri climatici.
La quota di @1200mt lo rende una zona climatica di media montagna, tuttavia l’ubicazione sul versante meridionale del Gran Sasso fa sì che l’irraggiamento solare sia molto forte per tutto l’arco dell’anno creando notevoli differenze fra le temperature che vengono riscontrate nell’arco delle 24h.
Relativamente protetta dalle forti correnti nord orientali, frequenti in inverno, questa zona presenta una coltre nevosa discontinua durante i mesi invernali con spessori che raramente raggiungono il metro, con conseguenti metamorfosi veloci del manto nevoso dovute all’irraggiamento solare ed alle temperature massime che superano spesso lo zero nell’arco della giornata.
Le precipitazioni nevose sono raramente abbondanti e di lunga durata; i casi in cui si possono riscontrare grandi spessori sono dovuti agli accumuli eolici e di neve trasportata (scaccianeve) dai contrafforti sovrastanti, soprattutto nel caso di venti dai quadranti orientali.
Data la quota non molto elevata spesso le umide perturbazioni atlantiche, solo relativamente fredde, provenienti dai quadranti occidentali, non riescono a scaricare grandi spessori nevosi, cosa che invece avviene a quote più elevate.
Le correnti meridionali che investono l’Appennino centrale possono creare condizioni caldo-umide molto accentuate a questa quota con forti aumenti della temperatura e sensibile scioglimento del manto nevoso.

Foto 2: la trincea completata con la sonda e la stratificazione della neve in evidenza.

RILEVAMENTO NIVOLOGICO
Il rilevamento effettuato evidenzia uno spessore complessivo della neve di 50cm. In tale spessore è stata evidenziata la presenza di 4 strati con caratteristiche differenti.

· Il primo strato, il più superficiale, avente uno spessore di 22cm non presenta brina di superficie e rugosità ed inoltre ha una densità di 160 kg/m3 e quindi corrisponde all’ultima nevicata avvenuta nei giorni immediatamente precedenti il rilevamento.
· Il secondo strato, avente uno spessore di 13cm, ha un peso specifico maggiore (180 kg/m3) ed è più resistente probabilmente poiché ha avuto una maggiore compattazione, e perciò non sembra causare problemi di stabilità allo strato sovrastante.
· Il terzo strato ha uno spessore di 5cm ed una densità di 420 kg/m3, quindi presenta un metamorfismo accentuato forse a causa di temperature elevate e/o precipitazioni a carattere piovoso.
· Il quarto strato avente uno spessore di 8cm presenta una densità minore dello strato sovrastante, dell’ordine di 280 kg/m3 e rappresenta uno strato a debole coesione e quindi una possibile superficie di scivolamento per i tre strati sovrastanti.
· Al contatto col suolo si trova uno strato dello spessore di 1 cm molto resistente probabilmente riconducibile alla formazione di brina di fondo.

Nel grafico è rappresentato un ultimo strato di 1 cm che presenta una resistenza estremamente più elevata rispetto agli altri strati ed è riconducibile alla penetrazione della sonda nel suolo; quindi in realtà lo spessore totale del manto nevoso è di 49 cm.
La temperatura del manto nevoso scende continuamente dal suolo sino a 40cm di altezza dove è a –3°C. Negli ultimi 10cm la temperatura risale di un grado portandosi a –2°C, questo riscaldamento è presumibilmente dovuto all’irraggiamento solare.


ZONA DEL RILEVAMENTO IN DATA 31 GENNAIO 2004
Rilevamento effettuato al campo di rilevamento neve della Forestale ubicato presso il passo della Crocetta alla quota di 1560m accanto alla strada statale con direzione Lucoli in zona piano di Campo Felice.


Foto 3: nella zona di Alantino (nella foto) si registrano temperatura molto basse, anche al di sotto di –20°, grazie anche alla sua posizione al centro di una conca. Da notare la forma sinuosa di un vecchio rock glaicer che giunge a lambire l’albergo.

CARATTERISTICHE CLIMATICHE DELLA ZONA DI CAMPO FELICE
La quota di 1500-1600m.s.l.m. e la morfologia da conca intermontana conferiscono a questa zona un clima alpino di fondovalle con precipitazioni nevose anche abbondanti e temperature che permettono la persistenza continua del manto nevoso per @90 giorni all’anno. L’isoterma annua è riconducibile alla temperatura di 6.6°C., calcolata in base al gradiente verticale medio rispetto ai dati meteo di Rocca di Mezzo che riconducono il paese ad una temperatura media annua di 7.8°C (Boni et al.,1996). Il piano di Campo Felice è solo parzialmente protetto dai venti freddi settentrionali che interessano principalmente i contrafforti circostanti ed è quindi interessato da precipitazioni a carattere nevoso di origine sia continentale che atlantica; la media annua delle precipitazioni nella zona è riferibile ad un massimo di 1300mm(Boni et al.,1986). La piana essendo circondata da cime che superano i 2000mt è caratterizzata da condizioni climatiche tipiche di alta montagna; le inversioni termiche sull’altipiano, favorite dalla sua morfologia, sono spesso favorevoli ad un raggiungimento di temperature anche molto basse: le temperature minime invernali spesso raggiungono e superano i 20°C sotto zero (rif. Alantino).




Foto 4: Si comincia il rilevamento con la sonda penetrometrica nei pressi del campetto della forestale al Valico della Crocetta.

RILEVAMENTO NIVOLOGICO
Il rilevamento effettuato presenta uno spessore complessivo di 54 cm. In tale spessore è stata evidenziata la presenza di almeno 5 strati con caratteristiche differenti.

· Il primo strato avente uno spessore di 22 cm non presenta brina di superficie né rugosità; la densità è di 160 kg/m3. Lo strato è riconducibile all’ultima nevicata verificatasi nei tre giorni immediatamente precedenti il rilevamento.
· Il secondo strato avente uno spessore di 7 cm presenta grani più arrotondati e di forma granulare; lo strato sottostante (il terzo) presenta uno spessore di 4cm e resistenza maggiore rispetto al precedente.
· Il quarto strato dello spessore di 13cm ha una densità di 240Kg/m3, i cristalli si presentano nuovamente leggermente metamorfosati, di grado 1-2.
· Il quinto strato a contatto con il suolo presenta un metamorfismo distruttivo più elevato; la densità è nell’ordine di 320Kg/m3 e presenta grani angolosi e granulari di grado 3-4. Da notare i 3cm alla base di questo strato che presentano una resistenza molto bassa e sono quindi potenzialmente predisponenti a fenomeni di scivolamento di tutti gli strati sovrastanti.

La temperatura del manto nevoso scende continuamente dal suolo sino a 50cm di altezza dove è a –9,5°C. Negli ultimi 5cm la temperatura ritorna costante attestandosi a -9,3/-9,5°C.

CONCLUSIONI
Nonostante i due rilevamenti effettuati si trovino ad una certa distanza, calcolabile in @20km in linea d’aria, presentano caratteristiche molto simili soprattutto nella parte superiore del manto nevoso.
Le precipitazioni avvenute nell’arco dei tre giorni precedenti hanno infatti depositato uno spessore di neve di circa 22cm in tutti e due i luoghi del rilevamento creando una nuova copertura degli strati precedenti formatisi tempo prima. Gli spessori del manto nevoso presenti a Fonte Cerreto e a Campo Felice sono rispettivamente di 50 e 54cm; probabilmente gli strati presenti nella parte basale del manto nevoso di Campo felice sono più vecchi rispetto a quelli del rilevamento precedente, poiché la quota maggiore ha favorito la conservazione di nevicate più vecchie o perché nevicate che si sono verificate a queste quote non hanno avuto luogo a Fonte Cerreto.
I processi di metamorfismo distruttivo sembrano più accentuati nel manto nevoso di Fonte Cerreto forse a causa del forte irraggiamento solare e delle più alte temperature medie presenti nella zona. La presenza di brina di fondo nel profilo di Campo Felice ci riporta ad un gradiente termico elevato testimone di temperature molto basse dovuto principalmente alle minime notturne. La temperatura del manto nevoso di fonte Cerreto scende verso l’alto con un basso gradiente, per poi risalire negli ultimi 10cm di ben 1°C probabilmente a causa della forte insolazione nell’arco della mattinata; il profilo termico dello spessore nevoso di Campo Felice diminuisce verso l’alto in modo sensibile e costante con caratteristiche al limite tra gradiente medio e forte passando in soli 50cm da 0°c, all’ interfaccia suolo-neve, a –9.5°C; negli ultimi 4cm la temperatura torna costante o risale leggermente fermandosi a @ – 9.3°C all’interfaccia aria-neve. Il gradiente medio – forte di questo manto nevoso è dovuto alle basse temperature dei tre – quattro giorni precedenti.
In tutti e due i rilevamenti il sevizio del c.f.s (Meteomont) ha emesso un bollettino di pericolo valanghe di grado 3(marcato) a causa della assenza di compattazione dello strato superficiale di @22cm e della presenza di strati a debole coesione nella parte basale dei profili nivologici. Il pericolo di eventuali distacchi è accresciuto dalle modalità con cui si è deposto l’ultimo strato di neve. Le nevicate dei tre giorni precedenti il rilevamento sono infatti avvenute con condizioni di forte vento, il che ha portato alla costruzione di cornici in corrispondenza delle creste e alla deposizione di lastroni rilevanti nei punti sottovento. Il pericolo valanghe è stato dato costante, con un pericolo almeno marcato per il giorno successivo, che è poi arrivato a 4(forte) il giorno 1febbraio alle quote più alte sui versanti esposti a sud. La metamorfosi distruttiva più veloce nei versanti esposti al sole e complice un innalzamento delle temperature ha provocato piccole valanghe a debole coesione il giorno 1 e 2 febbraio rilevate nel gruppo montuoso del Gran Sasso e del massiccio montuoso della Majella.
Soltanto una vasta rete di monitoraggio del territorio montano, anche sotto il profilo meteorologico, ed una forte professionalità degli enti interessati potrà effettuare una decisiva prevenzione antivalanghe.

Non ci sono montagne assassine-
-solo uomini sfortunati e irresponsabili (C.A.I.).


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