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23/04/2005 Cimata di Pezza - Canale Digitale.
Partecipanti: PAOLO, GIULIO, DORINA, SEBASTIEN, MARTINA.
Dislivello: 550m circa
Difficoltà: BS/OS
Tempo di salita: 2h

Il richiamo dell’Abruzzo e dello scialpinismo continuano fortissimi anche in questa primavera 2005, così siamo sull’amatissima A24 sotto un bel sole primaverile con direzione Campo Felice. L’idea è di salire al Monte Puzzillo dal ristorante “Alantino” per una scialpinistica tranquilla, facile e mai fatta. Nei tre giorni precedenti ha fatto freddo ed è anche nevicato un po’, ed i versanti nord delle montagne che circondano Campo Felice sono ancora ben innevati fino alla base. Il piano ci accoglie con un po’ di chiazzoni residui e un grande lago effimero nella conca dietro Alantino. La temperatura è gradevolissima ma le montagne sembrano ancora invernali.


Il versante NE del Monte Puzzillo visto da Campo Felice. Appare invitante, ma il bosco è troppo intricato.


Lasciamo la macchina davanti al ristorante e mentre ci prepariamo il programma cambia: due nostri amici che ci hanno preceduto ci avvertono che il bosco che bisogna attraversare per salire sul Puzzillo è troppo grande e intricato, e ci propongono di salire e scendere il versante N della Cimata di Pezza, che a loro appare ben innevato e privo di bosco fino alla base. Detto fatto prendiamo, sci in spalla, la sterrata che si dirige verso la Valle Leona, salendo subito sulle morene del ghiacciaio che occupava la valle. Superata la prima salitella vediamo subito in lontananza la nostra meta: un pendio ripido e senza alberi, solcato da numerosi piccoli canali sulla dx e un valloncello più largo sulla sx, valloncello che decidiamo di usare come via di salita. Percorriamo a piedi un altro tratto di strada ma presto mettiamo gli sci.


L'itinerario di salita e discesa visto dalla parte iniziale della Valle Leona. Quella proposta è solo una delle tante possibilità di questo versante.


Con salita blanda entriamo nella Valle Leona, superiamo un vecchio bivacco in lamiera sito accanto alla ex miniera di bauxite (1642m), e tra macchie di faggi e radure procediamo lungo la strada fino a portarci alla base del pendio largo e ripido (1720m). Lasciamo la sterrata e prendiamo sulla sx attaccando la salita con numerosi zig zag. La neve è dura e inizialmente si sale senza fatica. Poi però la pendenza sostenuta e uno straterello di neve nuova che scivola su quella vecchia e ghiacciata ci obbligano a mettere i coltelli. Un ultimo tratto di salita ripido e su neve molto solida è il preludio all’arrivo in cresta, dopo di che rimane solo un breve tratto in salita ora solo accennata che conduce ad una prominenza rocciosa sui 2070m circa, con bellissima vista sui monti di Pezza e sul Velino. Il cielo si è un po’ annuvolato e tira un vento freddo, ma la corona di cime che vanno dalla Costa Ceresole a sx e poi via via alla Costa della Tavola, a Punta Trento e Punta Trieste, al Colle dell’Orso e al Costone fino alla piramide sommitale del Velino, è bellissima.


Paolo e Martina affrontano l'ultimo tratto della ripida salita sotto la cresta. La neve è dura e ci obbliga ad usare i coltelli.


Mangiando qualcosa osserviamo belle tracce di discesa sulla Tavola e una grossa valanga a lastroni staccatasi dal pendio alla dx del Colle dell’Orso. Poi il vento e le nuvole ci esortano a scendere. Mentre Martina e Dorina (che è a piedi) ripercorrono la via di salita, Giulio, Paolo e Sebastien optano per un canale abbastanza stretto più a sx. La neve è fantastica, tiene benissimo, e permette di affrontare in tranquillità un paio di brevi tratti sui 35 – 40° di pendenza. Urlando come pazzi scendiamo rapidamente e in men che non si dica siamo alla base del pendio. Giusto il tempo per Paolo di rompere con un salto azzardato finito in un capitombolo la digitale di Giulio (da qui il nome del canale) e siamo di nuovo riuniti con i nostri amici sulla via del ritorno.


Dalla Cimata di Pezza si gode una vista stupenda sulla Costa della Tavola, una classica imperdibile dell'Abruzzo. Si notano infatti molte tracce di discesa.


La discesa è stata breve ma bellissima. Mentre la strada ci riporta con percorso un po’ noiso da Alantino discutiamo sulla brevità della discesa e sull’opportunità che Paolo regali a Giulio un prosciutto sardo intero per doveroso omaggio vista la sua abilità nel distruggere macchinette digitali. Una piccola considerazione: data la brevità della gita si consiglia di effettuarla in mattinata così da abbinarla ad un pranzo nell’ottimo ristornate Alantino, che tra l’altro è uno dei luoghi in cui fa le minime più basse di tutto l’Appennino!

La parte più ripida del Canale Digitale. La neve è ottima e tiene benissimo!

 

 

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