13/09/2007 Salita alla Cima della Laghetta per la Valle delle Cento Fonti.
Partecipanti: GIULIO, PAOLO.
Dislivello: 1050mt
Difficoltà: E
Tempo di salita: 3,5h
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È una splendida giornata di metà settembre quella i cui ci stiamo avvicinando ai Monti della Laga per un’escursione in una zona a noi sconosciuta, alla scoperta della Valle delle Cento Fonti. I monti abruzzesi portano il segno dell’estate estremamente siccitosa, con vaste zone in cui i boschi hanno una colorazione giallastra o marrone, perché gli alberi hanno perso anzitempo le foglie per difendersi dalla scarsità d’acqua. Avvicinandoci al paese di Cesacastina, ai piedi del versante SE della Laga, notiamo con piacere che questa zona è più verde di quelle circostanti, il che ci fa ben sperare riguardo la presenza d’acqua nel torrente che dà il nome all’itinerario. superiamo il piccolo borgo e prendiamo una comoda sterrata che permette di risparmiarsi 200mt di dislivello.
Nella faggeta prima di arrivare al tprrente ci imbattiamo in questo ragno che se la gode su un cardo appassito. |
Lasciamo la macchina (1330m circa) subito dopo aver attraversato il torrente, che in questo punto è secco perché una captazione si succhia tutta l’acqua. Sembra già un ricordo la tremenda arsura delle zone circostanti, immersi come siamo nel verde umido della faggeta esposta a nord. Si segue brevemente con salita sostenuta una carrareccia (sbarra) fino ad un casotto dell’enel, dietro al quale inizia il sentiero con indicazioni per la Valle delle Cento Fonti. La traccia compie un’ampia curva passando vicino alla prosecuzione della sterrata su cui abbiamo parcheggiato, quindi effettua un lungo mezzacosta pianeggiante nel bosco, avvicinandosi al torrente.
Ambiente splendido all'inizio della camminata sul grande lastrone che fa da letto al torrente. Già bellissima la vista sul Gran Sasso. |
Il rumore dell’acqua si avvicina, ed ecco che inizia lo spettacolo: tra gli alberi si intravede l’acqua che scorre, tra piccole cascate e pozze limpide, su un enorme lastrone di arenaria con pendenza moderata, tranquillamente percorribile a piedi. Per noi è una tentazione troppo forte, così poco dopo siamo a salterellare sul lastrone, scattando foto a ripetizione. Il paesaggio è veramente suggestivo, con alcuni grossi faggi contorti che fanno da cornice al torrente, e il versante settentrionale del Gran Sasso che comincia a ergersi maestoso verso sud. Risaliamo lungamente il letto roccioso del torrente, scoprendo meraviglie ad ogni angolo. La faggeta finisce ma il lastrone prosegue, sempre con la stessa pendenza, finché si arriva ad un tratto più pianeggiante (1760m circa). Da questo punto vi sono varie possibilità. Noi decidiamo di salire, senza percorso obbligato, verso la Cima della Laghetta, verso W.
La grande siccità estiva sembra lontanissima guardando i giochi d'acqua sulle rocce. |
Volendo, con percorso un po’ più lungo, si può arrivare al Monte Gorzano, verso NW. Inizialmente seguiamo ancora il fondo di uno dei rami in cui si è diviso il torrente, ma questo diviene presto scomodo, e allora sono preferibili i prati. La vista sul Gran Sasso è sempre più bella, ora che gli fanno da primo piano gli splendidi pascoli bruni, macchiati del rosso dei mirtilli, di questa parte della Laga. La pendenza aumenta mentre putiamo ad una evidente prominenza che sporge in avanti rispetto alla cresta principale. La guadagniamo (2252m) dopo essere passati per una insolita distesa rocciosa punteggiata di ciottoli rotondo. Resta solo un breve tratto fino alla vetta (2369m), che raggiungiamo dopo un breve tratto di cresta.
Ancora in salita sul lastrone, in compagnia delle pecore. |
Ora lo sguardo può spaziare liberamente anche verso W, raggiungendo buona parte delle vette dell’Appennino Centrale. La cresta prosegue verso N fino al Gorzano e alle altre vette alte della Laga, mentre verso S, dopo un tratto abbastanza lungo, termina con la cima del Monte di Mezzo. Mentre ci stiamo riposando un grosso gruppo di cinghiali passa un po’ più in basso sul versante W, che scende ripido verso il Lago di Campotosto. Per la discesa optiamo per un percorso leggermente più a sud (Valle Sacrestia). Le luci del tardo pomeriggio e l’arrivo di qualche nuvola rendono ancora più bello il paesaggio, mentre perdiamo rapidamente quota tra prati e fondi rocciosi di torrentelli asciutti. Giunti all’inizio del grande lastrone preferiamo percorrere il sentiero ufficiale che passa subito alla sua dx, che in breve ci riporta alla macchina.
Alcuni faggi hanno già la tipica colorazione autunnale. |
Considerazioni: veramente una bella scoperta questa escursione. Paesaggisticamente splendida, varia, molto panoramica e non faticosa (tranne l’ultimo tratto) nonostante il dislivello moderato. Consigliata in primavera, quando l’acqua abbonda (ma non permette di camminare sul lastrone) e in autunno.
Accesso stradale: A24 Roma – l’Aquila, uscita l’Aquila Ovest. Quindi SS80 del Gran Sasso d’Italia con direzione Teramo. Superato il Valico delle Capannello scendere verso Montorio. Girare a sx in corrispondenza del piccolo nucleo di Aprati, seguendo le indicazioni per Cesacastina. In corrispondenza della chiesetta del paese prendere a dx una stretta asfaltata che diviene sterrata. Alla prima biforcazione importante a sx in leggera discesa. Superato il ponticello sul torrente si lascia la macchina.
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