11/10/2006 Escursione a Cima Lepri nel gruppo dei Monti della Laga.
Partecipanti: GIULIO, FABIO.
Dislivello: 1100 m
Difficoltà: E
Tempo di
salita: 3H
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Ottobre è arrivato ma non ha portato con sé le temperature più rigide che ci si aspetterebbe. Infatti se durante la notte fa abbastanza fresco, durante il giorno la temperatura sale ancora molto, reglando ore pomeridiane estremamente piacevoli. È comunque mancata del tutto una prima irruzione fredda degna di questo nome.
La notte è stata molto umida, come testimonia la rugiada su questa ragnatela. |
Quando arriviamo nei dintorni di Amatrice, alla base del versante occidentale dei Monti della Laga, notiamo comunque l’inizio schietto della colorazione autunnale della vegetazione. Una strada sterrata che parte dal piccolo nucleo di Voceto e ci permette di arrivare fino ai 1350m in macchina ci conduce all’inizio delle grandi faggete in cui già campeggiano tra il verde macchie che vanno dal giallo acceso al bruno scuro. Nonostante siano ormai le 10 del mattino il sole, già abbastanza inclinato, disegna bellissime sfumatura tra luci e ombre. Dalla sterrata diparte sulla dx un sentiero ampio e ben segnato che inizia a salire tra arbusti e macchie di faggi con alcune svolte. Con salita moderata si esce presto dal bosco e si arriva su un vasto pascolo inclinato a mò di terrazzo che regala la prima vista ampia verso W e i monti del reatino.
Le faggete sono già largamente tinte dei tipici colori autunnali. |
Nelle altre direzioni invece si innalzano bruscamente i pendii ripidi delle numerose cime della Laga, con la caratteristica stratificazione molto regolare e il colore marroncino – grigiastro della roccia, che si alterna con vasti prati dal colore dorato tipicamente autunnale. Seguendo il sentiero, ora più stretto, si entra nel ramo di dx della valle che separa Pizzo di Sevo da Cima Lepri. Si tratta di una valle molto incisa e profonda, nella parte bassa definita da fianchi molto ripidi, caratteristica questa comune a tante altre incisioni nei Monti della Laga e dovuta alla particolare tipologia di roccia di cui sono costituite le montagne. Al mattino la valle è in ombra, così camminiamo tra l’erba alta e resti della brina notturna avvicinandoci al piccolo torrente che ne occupa il fondo. Si avanza per un breve tratto accanto al torrente, superando un po’ a fatica tronchi e legname vario accumulati dalla valanghe che cadono dal versante sx orografico, quindi lo si attraversa e si sale faticosamente dall’altra parte, al sole, tra gli ultimi faggi ormai già giallo – bruno.
Ripidi pendii erbosi dal tipico colore autunnale. |
Con alcune svolte arriviamo finalmente su una larga cresta erbosa denominata Cavallo di Voceto, che separa i due rami del vallone tra Sevo e Lepri. Ora la vista in tutte le direzioni è molto più ampia, in particolare verso W. Nelle altre direzioni lo sguardo segue a lungo i ripidi pendii erbosi e rocciosi, solcati da una infinità di vallette e vallecole e sempre segnati dai grossi strati di arenaria, fino alle due cime maggiori alla testata del vallone. Si segue la dorsale erbosa in leggera salita fino a che questa termina contro un ripido versante. Il sentiero punta quindi a sx, salendo in diagonale su bei pascoli erbosi in direzione della larga sella del Vado di Annibale. Superiamo una piccola sorgente e arriviamo all’importante valico, affacciandoci dall’altra parte sul versante orientale della Laga.
Le sorgenti, non grandi ma molto diffuse, sono una delle caratteristiche dei Monti della Laga. |
Sulla sx campeggia la piramide slanciata di Pizzo di Sevo, mentre verso E pendii erbosi seguiti da grandi faggete collegano i Monti della Laga con la Montagna dei Fiori e la Montagna di Campli al confine con le Marche. Il clima è molto dolce, non c’è vento e il sole scalda a dovere. Se prende sulla dx la larga dorsale erbosa, che si segue con salita leggera e senza percorso obbligato, tra affacci molto panoramici su entrambi i versanti e tratti in cui si passa in piccole vallecole erbose in cui fioriscono le ultime genziane tardive. Un tratto pianeggiante e un’ultimo piccolo strappo conducono alla vetta di Cima Lepri, 2445m. Dopo pranzo il sole e l’assenza di vento conciliano un lungo riposo sull’erbetta bassa.
Il Corno Grande svetta dietro le brulle creste dei Monti della Laga. |
La luce dell’inizio del pomeriggio esalta il profilo delle altre vette della catena verso S: Pizzo di Moscio, imponente con il suo versante N in primo piano, Monte Gorzano, più lontano, con il suo scosceso e articolato versante occidentale, il Gran Sasso, le cui vette lontane, su tutte il Corno Grande, emergono dalla foschia biancastra che grava sulle valli. Verso N invece molto più vicini sono i M. Sibillini, che espongono le due vette maggiori, il Vettore e il Redentore. Siamo scesi per lo stesso itinerario di salita, provando solamente ad accorciare, tagliando a sx per ripidi pendii, il lungo tratto fino al Vado di Annibale, ma la scomodità del terreno lo sconsiglia.
Considerazioni: un bel giro, non lungo ma abbastanza faticoso, che illustra bene le caratteristiche tipiche del versante W dei Monti della Laga. Il periodo piu indicato è sicuramente quello autunnale, che permette di godere dei bellissimi colori della vegetazione, o quello primaverile, in cui i torrenti e le cascate risultano più ricchi d’acqua. Attenzione al tratto finale in cresta in caso di brutto tempo o nebbia.
Accesso stradale:
S.S. n°4 Salaria fino all’uscita per Amatrice. Subito prima del paese seguire le indicazioni a sx per Voceto. Giunti al piccolo nucleo prendere a sx una stradina stretta tra le case che diventa presto sterrata. Seguirla fino al termine in prossimità di una piccola presa d’acqua (in alcuni tratti molto sconnessa).
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