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29/01/2005 Fondo al Piano di Rovere.
Partecipanti: GIULIO, ELISA.
Dislivello: 0mt
Difficoltà: Facile
Tempo di Percorrenza: 1h

Da un mese ormai alle quote medie in Abruzzo ogni precipitazione che arriva è neve. Complici anche le temperature sempre piuttosto basse al suolo è presente uno spessore di neve rilevante. Negli ultimi giorni del mese di gennaio poi un’intensa irruzione fredda ha portato condizioni di diffuso maltempo sulla penisola, con nevicate abbondanti fin sulle coste adriatiche e sporadiche apparizioni nevose anche sulla Capitale. Per l’ultimo week end di gennaio è previsto un ulteriore peggioramento, che dovrebbe apportare altra neve. Per vivere appieno le emozioni che un manto tanto abbondante possono regalare ad un appassionato della neve siamo andati a fare quattro passi con gli sci da fondo sul Piano di Rovere, sito tra l’omonimo paese e Rocca di Mezzo.


Sul Piano di Rovere, guardando verso il Sirente immerso nelle nubi. Cade qualche fiocco, nel complesso l'ambiente è molto nordico.


La mattina del 29 gennaio ci accoglie con una breve e intensa fioccata, la temperatura è sui -6°C, al suolo vi sono 75cm di neve. Con la fedele gippetta prendiamo la statale 5bis con direzione Rovere e giriamo a sx verso Secinaro al bivio appena usciti da Rocca di Mezzo. Poco dopo lasciamo la macchina sulla strada e calziamo le rigide appendici dei piedi. La nevicata prosegue debole ma è freddo, tira un bel vento da NE e il cielo è coperto. Prendiamo sulla sx quella che l’estate è una strada bianca ma ora è solo un abbozzo di traccia oberata di neve. Gli sci affondano, ma la fatica è poca cosa confrontata con la meraviglia del paesaggio.


Una luce metallica ci accompagna mentre ci addentriamo nel Piano. In fondo sulla collinetta c'è Rovere.


Ovunque guardiamo le forme del terreno arrotondate dalla neve dominano la scena. I pochi alberi e arbusti sono mezzi sommersi o piegati all’inverosimile dal bianco fardello. Con percorso articolato per cercare di fare qualche piccola discesa ci dirigiamo verso SE, puntando ad una rete con filo spinato dietro la quale emerge un grosso albero un po’ contorto. Superato il filo spinato e l’albero comincia il divertimento. I troviamo infatti davanti al primo di una serie di inghiottitoi che caratterizzano questa zona del piano, interrompendo bruscamente con ripidi imbuti e vallette sinuose la morfologia pianeggiante. Dal punto in cui ci troviamo, proseguendo verso SE, si può girovagare a piacere in questa zona particolare e inaspettata, compiendo divertenti discese nelle cavità carsiche, dove si assorbe l’acqua che pare poi torni alla luce nientemeno che alle Grotte di Stiffe.


Ecco il lastrone di ghiaccio oggetto che ha catturato la nostra attenzione per un po'. Meraviglie della natura.


C’è così tanta neve che il divertimento è massimo: ci lanciamo giù nel primo ripido imbuto, con gli sci sprofondati nella neve fresca e risaliamo dall’altra parte. La parte alta del bordo dell’inghiottitoio è orlata di grosse cornici di neve da vento, e sono immancabili i tentativi di salto, un po’ fantozziani, che risolvono in fragorose cadute nella neve, con evidenti difficoltà a rialzarsi. Superato il primo avvallamento dietro si apre un valletta articolata e profonda, con varie ramificazioni, col fondo tormentato di blocchi di ghiaccio coperti di neve accatastati l’uno sull’altro. Con varie salitette e discesette scendiamo sul fondo per analizzare da vicino la situazione.


Particolare del lastrone da vicino. Notare l'appoggio sull'erba e le innumerevoli bolle d'aria contenute nel ghiaccio.


Bè, è meraviglioso! Blocchi di ghiaccio azzurro spesso 20cm, coperti di oltre 60cm di neve, sono rotti e accatastati disordinatamente. Restiamo per un bel po’ a osservare, a fare foto. Il ghiaccio è liscissimo, dentro ci sono insetti congelati, bolle d’aria, strani condotti pieni di bollicine. Mi infilo sotto un lastrone e ne osservo la superficie inferiore, anch’essa liscissima, a diretto contatto con il suolo e l’erba secca. Ipotizzo la formazione di questo scenario molto simile ad una seraccata: la valletta in autunno si è totalemente riempita d’acqua per gli apporti delle piogge intense e dello scioglimento delle prime nevicate. Quando arriva troppa acqua infatti il sistema di inghiottitoi non ce la fa ad assorbirla tutta e questa va ad accumularsi creando piccoli laghi. Con l’arrivo della neve e del freddo dicembrino l’acqua si è congelata in superficie e sopra è nevicato.


Un discreto accumulo da vento sul bordo della valletta degli inghiottitoi. Vi ricordo che siamo a 1300m.


In questo modo sono finiti gli apporti liquidi, e sotto la crosta di ghiaccio superficiale le doline hanno fatto il loro dovere, assorbendo pian piano l’acqua restante, fino al completo svuotamento della valletta. A questo punto però il lastrone ghiacciato, ormai carico di neve, non avendo più un sostegno si è spaccato ed è caduto giù, con il risultato che stavamo osservando. Detto ciò abbiamo ripreso il cammino, girovagando ancora un po’ per la valletta e poi riprendendo la direzione della macchina, verso NW, prima cercando qualche ulteriore pendio in discesa e poi ricongiungendoci alle nostre tracce in corrispondenza del filo spinato. Poi fino alla macchina in piano, già proiettati verso l’atteso peggioramento serale.

NOTA: la mattina dopo la neve aveva raggiunto i 110cm di spessore.

 

 

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