29/12/2004 Con gli sci da fondo verso la Serra di Celano.
Partecipanti: GIULIO, ELISA, GIULIANA, FRANCESCO.
Dislivello: 200m circa
Difficoltà: facile/medio
Tempo di Percorrenza: 1h |
Finalmente il 26 e 27 dicembre è arrivata la neve sull’Altipiano delle Rocche, e lo ha fatto in modo decisamente abbondante. Nella zona di Ovindoli sono caduti 50cm abbondanti di neve umida, che ha la caratteristica di attaccarsi facilmente a qualsiasi cosa. Il risultato è un ambiente che ha molto dello scandinavo, con gli alberi, soprattutto le conifere, totalmente ricoperti di neve. Dopo una breve pausa soleggiata il 28 dicembre il 29 il tempo sta nuovamente volgendo al peggio, questa volta con aria più fredda da NE. Comunque le condizioni per una passeggiata con gli sci da fondo ci sono. La scelta è caduta sulla zona tra Ovindoli e la Serra di Celano, un pendio poco acclive che dalla piana risale con numerose vallette e dossi verso la Serra.
Lasciata la strada, tra i pascoli ingombri di neve, il gruppetto osserva estasiato le nubi che vorticano intorno alla Serra di Celano. |
La giornata si presenta grigia e fredda. La temperatura è di poco sotto zero, ma la luce metallica che filtra dalle nuvole non scalda minimamente. Gli ultimi fiocchi sono caduti la notte prima, e tutto è ancora candidamente arabescato. Arriviamo ad Ovindoli e prima di entrare in paese prendiamo a sx (venendo da Rocca di Mezzo) la strada per la Val d’Arano. Poi subito a dx su una stradina innevata fino ad una ulteriore biforcazione, dove lasciamo la macchina tra alti muri di neve. Il disco solare, lattescente e spento, appare dietro lo strato di nuvole grigie, mentre un freddo vento da NE inizia a soffiare, alzando piccole nuvole di neve. Inforcati gli sci prendiamo a sx la sterrata ingombra di neve in salita, fino ad una rete metallica con cancello, che oltrepassiamo. Dopo un tratto in piano la strada sale un poco più ripidamente affiancata da alcuni grossi cespugli di rosa canina.
Ormai vicini alla sella, si affronta un traverso tra alberi tipici della taiga scandinava. |
La vista verso valle si amplia, soprattutto verso il Piano di Ovindoli, mentre il Sirente e la Magnola sono coperti dalle nuvole. Un ultimo strappo porta ad una presa d’acqua con relativo (e brutto) casotto in cemento, mentre sulla destra una valletta ospita una macchia di alberi frondosi carichi di neve. Subito dopo il casotto ci lasciamo la strada sulla dx e prendiamo per prati, salendo senza percorso obbligato tra cespugli e alberi isolati sommersi di neve. Il manto inizia ad essere veramente abbondante mentre raggiungiamo un altro pianoro. La Serra di Celano è di fronte a noi, con nuvole e neve che gli turbinano intorno.
Verso valle il tempo peggiora, le conifere già allo stremo della sopportazione devono prepararsi a ricevere altra neve... |
Incontriamo nuovamente la strada in corrispondenza di un bivio per una baita – rifugio (chiusa in inverno), ma la lasciamo quasi subito per effettuare un traverso su un ripido versante, attorniati di pini simili a pupazzi di neve, puntando ad una sella evidente verso S. Arranchiamo un po’, cercando di districarci tra i cespugli sommersi e i pini – pupazzo, fino ad arrivare alla sella, a 1550m, con splendida vista sulla Serra già nella bufera verso S e sul verde Fucino verso W. Un paio di foto di rito e poi inizia la parte più divertente: la discesa. Seguiamo più o meno lo stesso itinerario di salita, tra lunghe cavalcate, brevi pendii e piccole contropendenze. Le rare cadute sono senza conseguenze fisiche, semmai il problema poi è riuscire ad uscire dalla morsa della neve. Osservando verso N Rovere mezzo inghiottito da una nevicata che con tutta probabilità sta avanzando verso di noi percorriamo l’ultimo tratto seguendo la strada in leggera discesa, fino ad arrivare alla macchina.
Una schiera di alberi - pupazzo direttamente importati dalla taiga svedese. |
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