02/12/2006 Alpinsimo invernale al nevaio di Fonte Rionne.
Partecipanti: PAOLO, GIULIO, SEBASTIEN.
Dislivello: 500mt
Difficoltà: EE/F+ (il nevaio, dipende dalle condizioni)
Tempo di salita: 1,5 h
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L’inverno sembrava finalmente iniziato con la nevicata della seconda metà di novembre, ma alcuni giorni di sole con temperature non propriamente consone al periodo hanno portato alla quasi totale fusione della neve caduta. Così decidiamo di puntare verso il Monte Prena, e precisamente verso il Canale di Fonte Rionne, una stretta fenditura incassata tra le rocce dove si trova uno dei pochi nevai perenni del Gran Sasso. L’idea è di fare un po’ di pratica nell’uso delle piccozze e nella tecnica del piolet traction. La giornata è bella e se la notte la temperatura scende abbondantemente sotto lo zero, durante il giorno il sole riscalda molto.
Il Monte Camicia dal piano di Campo Imperatore. Notare il quasi completo scioglimento della neve caduta solo 10 giorni prima. Per un confronto clikka QUI. |
Non c’è un filo di vento quando lasciamo la macchina sulla strada di Campo Imperatore più o meno di fronte al Prena e iniziamo il lungo avvicinamento a piedi. Bisogna percorrere un lungo tratto pianeggiante puntando verso un grande conoide biancastro che proviene da un evidente incisione valliva tra le rocce tormentate del versante W del Prena. Mentre ci avviciniamo notiamo come siano estremamente esigui i residui della discreta nevicata di dieci giorni prima. Tenendosi sulla dx del conoide si intercetta una traccia sterrata che si segue lungamente in leggera salita fino ad un casotto in cemento (collegato ad una presa d’acqua). Si è sul versante dx (sx orografico) di quella che ora è diventata una valle abbastanza incisa, il cui fondo è occupato dal letto asciutto di un torrente ingombro di grossi massi bianchi.
Bella conformazione rocciosa con forme tipo calanchi alla base del Prena. |
Dal casotto proseguiamo con percorso pianeggiante sullo stesso versante, avvicinandoci sempre più alla mole incombente e tormentata del Prena. Il luogo è molto suggestivo, con un tratto di rocce molto particolari che hanno dato luogo alla formazione di incisioni tipo calanchi dalle sfumature multicolori. Occorre portarsi sul fondo della valletta, superare il greto del torrente e risalire il versante opposto senza percorso obbligato, avendo comunque cura di raggiungere una piccola dorsale erbosa su cui si trova una traccia non molto evidente che sale a ripide svolte verso una bancata rocciosa. Si guadagna rapidamente quota e il panorama si fa molto ampio verso W.
Vallone di Fonte Rionne, l'inizio del nevaio stretto tra alte guglie rocciose. |
Sulla dx la valletta prosegue molto incisa, con un piccolo torrente che crea belle pozze di acqua limpida. La traccia si fa più evidente approssimandosi ad un gradino roccioso, che si supera agevolmente. Ormai manca poco al nevaio. Pinnacoli rocciosi sempre più alti emergono da ogni parte, dando all’ambiente un che di infernale. La traccia si porta sul fondo del vallone, scomodo e ingombro di grossi macigni, che curva decisamente a dx e si approfondisce, diventando una stretta forra tra alte e lisce pareti rocciose. Ci siamo, questa è la particolare conformazione del terreno che permette la presenza di un grosso nevaio, molto spesso e allungato a seguire il fondo della forra.
Finalmente siamo arrivati all'inizio del nevaio. Ora comincia il bello. |
Non stiamo più nella pelle appena vediamo la neve. Percorriamo a fatica un ultimo tratto di vallone, arrampicandoci tra le rocce, fino a mettere finalmente i piedi sulla neve così dura da sembrare ghiaccio. Un sottile strato di neve nuova copre quella vecchia. Il nevaio è in ottima salute, la sua estensione è ragguardevole, lo spessore massimo valutabile sui 15metri. Stiamo a lungo ad esercitarci sui bellissimi fianchi della parte iniziale del nevaio, ripidi o subverticali, quindi proseguiamo fino al punto in cui termina. Raggiungerlo non è agevole: la lingua di neve diventa sempre più stretta, e ai lati intercapedini larghe più di 1m e profonde 15m separano neve e roccia. Il tutto finisce come la prua di una nave, con la grande massa nevosa che si interrompe improvvisamente rendendo molto difficoltoso proseguire.
Il tratto iniziale, il più largo, del nevaio. |
Ormai non c’è più tempo, il sole è tramontato regalandoci splendide sfumature, così mettiamo le frontali e scendiamo pian piano fino al piano e quindi alla macchina. Quando la raggiungiamo sono le 19, uno spesso strato di brina la ricopre, la luna illumina ancora le multiformi rocce del Prena che speriamo di rivedere quanto prima.
Temperature alla macchina (piano di Campo Imperatore) 1580mt alle ore 19:00:
in aria a 2mt: -2,7°C (temperatura reale)
al suolo: -3,8°C
sul tetto della macchina: -8,9°C
Considerazioni:
il Vallone di Fonte Rionne, con il suo nevaio perenne, è un luogo di grande fascino e suggestione. Consigliamo a tutti una visita. Prestare molta attenzione, soprattutto a inizio estate, alle condizioni del nevaio, che può presentarsi interrotto in più punti o caratterizzato da esili ponti di neve molto pericolosi. Il tutto può rendere molto difficoltosa la progressione. Se si volesse salire per il vallone oltre il nevaio si consiglia di uscire lateralmente sulla sx (dx orografica) all'inizio della neve. Si consigliano inoltre i mesi di ottobre e novembre per chi volesse esercitarsi in divertenti arrampicate sul firn ghiacciato.
Accesso stradale: Autostrada
A24 Roma – l’Aquila, uscita Assergi. Quindi proseguire superando Fonte Cerreto sulla SS N°17bis fino al Piano di Campo Imperatore. Quindi seguire le indicazioni per Castel del Monte. Lasciare la macchina a bordo strada più o meno dove finiscono le collinette moreniche sulla sx e inizia il tratto del tutto pianeggiante. Ricordo che questa strada è chiusa durante la stagione inverrnale!!
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