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05/11/2005 Monte Acquaviva da Blockhaus.
Partecipanti: GIULIO, PAOLO, SERGIO, ROBERTO, SEBASTIEN, DORINA.
Dislivello: 700mt + saliscendi
Difficoltà: E
Tempo di Salita: 3h

Un itinerario molto panoramico, tra valloni e grandi altipiani, fino alla seconda vetta della Majella.

 

L’inizio di Novembre non ha ancora portato la tanto sospirata prima neve degna di questo nome sull’Appennino e la temperatura è rimasta mite. Per il week – end del 5-6 è previsto comunque un peggioramento delle condizioni meteo, con piogge. Vogliosi di assaporare ugualmente l’aria fine dei monti decidiamo ti tentare il Monte Acquaviva, seconda vetta della Majella, 2737m, da Blockhaus. Speriamo infatti che le condizioni meteo rimangano migliori più a lungo sul versante adriatico…ed abbiamo ragione. Alla partenza da Roma il tempo non promette nulla di buono: cielo coperto e strade bagnate. Durante il lungo avvicinamento autostradale le cose non migliorano molto, solo oltrepassata la conca peligna, ormai non lontani dalla costa adriatica, comincia a vedersi un po’ di sole.


Partenza con un po' di nuvole scenografiche sulla lunga cresta di Blockhaus e del Monte Cavallo.


Al nostro arrivo alla fine della carrozzabile della Majelletta comunque la situazione non è male: un po’ di nuvole salgono da valle, ma le vette più alte sono ben visibili e assolate. Lasciata la macchina prendiamo il sentiero che, con alcuni saliscendi, cavalca tutta la lunga cresta che unisce la tondeggiante sommità della Majelletta ai ripidi pendii pietrosi che salgono alle vette e ai pianori sommitali. È questo, senza alcun dubbio, il percorso meno faticoso e con il minor dislivello per guadagnare tali zone. Il sentiero ben marcato, a volte un po’ nascosto tra i folti pini mughi che crescono rigogliosi, supera tenendosi leggermente sul versante di sx (Valle di Selva Romana e Vallone delle Tre Grotte) le prominenze del Blockhaus e del Monte Cavallo.


Paolo, Sebastien e Dorina posano non molto lontano dalla vetta del Focalone. Si nota la lunga cresta semicoperta di pini mughi che abbiamo appena percorso.


Durante il tragitto rimaniamo impressionati dalla vista delle valli strettissime dai fianchi precipiti che dalle basse quote delle colline a NE risalgono fino ai 2600m della Cima delle Murelle. In una delle profonde incisioni notiamo anche un nevaio residuo dello scorso inverno a quota 1650m circa. Alla fine di questo lungo saliscendi si inizia a salire più ripidamente su una costa pietrosa, tra gli ultimi pini mughi, tralasciando alcune deviazioni sulla sx. Sulla dx appare in tutto il suo sviluppo la meravigliosa Valle dell’Orfento, boscosa in basso e via via più arida salendo di quota., chiusa dalla parte opposta alla nostra dalla lunga cresta del Monte Pescofalcone. Il sentiero sale ripido a zig zag su terreno un po’ instabile, finché la pendenza diminuisce e arriviamo ad uno spiazzo a circa 2530m di quota. Il tempo è ulteriormente migliorato e ora un bel sole ci accompagna rendendo l’atmosfera molto piacevole.


Monte Amaro, 2793m, massima elevazione della Majella, dalla vetta del Focalone.


Dallo spiazzo si percorre una larga cresta pietrosa, con la vista che si amplia in tutte le direzioni, fino alla poco pronunciata prominenza del Monte Focalone, 2676m. Siamo ormai nel “deserto d’alta quota” della Majella: vaste zone a debole pendenza caratterizzate da pietrame più o meno fino dove crescono solo alcune pianticelle radenti al terreno. Sulla dx ammiriamo la parte alta della Valle dell’Orfento, davanti a noi compare la tondeggiante sagoma di Monte Amaro, ancora lontanissimo; sulla sx invece, oltre un paio di valli glaciali, vediamo la nostra meta, il Monte Acquaviva, con alcune chiazzette residue della nevicata del 1 ottobre. Ed ancora merita di essere osservata la rocciosa cresta della Cima delle Murelle, e più in basso il Bivacco Fusco, colorato di giallo.


Superata l'antecima W siamo ormai in vista della vetta dell'Acquaviva.


Dal Focalone si lascia il sentiero principale che prosegue verso M. Amaro e si prende a sx, superando una zona piatta in cui l’unico segno di vita è qualche pianticella rinsecchita. Si evita di salire sulla successiva prominenza tenendosi sulla sx e infine si affronta l’ultimo tratto di cresta fino alla vetta, ampia e pianeggiante, 2737m. Nonostante sia il 5 novembre si sta benissimo, non c’è vento e il sole scalda bene. Tutt’intorno sono pietraie e valloni glaciali, a tratti sembra di essere sulla Luna. Le colline a NE sembrano lontanissime e infinitamente più in basso. Dopo una lunga sosta prendiamo la via del ritorno, facendo in parte un itinerario diverso. Tornati alla sella tra l’Acquaviva e l’antecima ad W però non c’è accordo sul tragitto da fare, così finiamo divisi in tre tronconi, ognuno a fare una via diversa.


La rocciosa cresta della Cima delle Murelle, sulla via del ritorno.


Il risultato comunque è lo stesso: ci ritroviamo sulla cresta che parte sulla dx da quella principale poco dopo aver superato l’antecima W. Entriamo quindi in una bella valle glaciale e con un mezzacosta su terreno erboso arriviamo al Bivacco Fusco, 2455m. Segnaliamo l’ottimo stato in cui si trova la struttura, di recente risistemata. Ci ripromettiamo di venirvi a passare una notte, al cospetto dello splendido Anfiteatro delle Murelle e dell’omonima cima. Dal bivacco prendiamo il sentiero sulla sx, che risale brevemente e poi scende tagliando in diagonale un ripido versante che scende verso la Valle di Selva Romana, fino a ricongiungersi con il sentiero di salita. Rimane da percorrere la lunga cresta a saliscendi, che sembra non finire mai. Arriviamo alla macchina con le ultime, bellissime, luci della giornata.

Temperatura in vetta, 2737m, ore 13:30, 7,3°C
Temperatura ore 14:30, 2550m circa, senza sole, 4,9°C
Temperature della neve a circa 4cm di profondità e quota 2650m circa, -0,1°C

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