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08/03/2006 Scialpinistica al Monte Capraro per la Val di Rose.
Partecipanti: PAOLO, GIULIO, FABIO.
Dislivello: 1000 m + 100 m
Difficoltà: MSA
Tempo di salita: 3:45h

Nevicate dai quadranti occidentali hanno preceduto le fredde e turbolenti nevicate orientali; oggi in questa finestra di bel tempo percorriamo la valle del Sangro mentre le ultime nuvole lasciano il posto al cielo azzurro e al sole caldo di marzo. Il vento orientale ancora tira forte in quota sollevando la neve per decine di metri sui pendii del Marsicano e sulla lunga mole della Serra di Rocca Chiarano. Arriviamo al piccolo paese di Civitella Alfedena illuminato dal sole, 10-15 cm di neve depositatasi alla rinfusa senza fondo ci permettono comunque di partire con gli sci ai piedi e lentamente saliamo lasciandoci alle spalle le case del paese e entriamo nella valle.


Appena sopra il paese di Civitella Alfedena, le acque verdi del lago di Barrea.

Appena entrati nella Valle delle Rose troviamo per fortuna la vecchia neve assestata sotto la nuova soffice e polverosa; il paesaggio è da subito un incanto e la neve aumenta esponenzialmente mentre saliamo di quota. Gli ultimi refoli orientali abbandonano presto le cime della Marsica donando un cielo azzurro e un’aria frizzante. Il bosco è candido di neve e una radura incontaminata abbondantemente ricoperta di neve fresca verso i 1500mt è il preludio di una gran giornata nel cuore più selvaggio del parco nazionale. La salita continua nel bosco imbiancato e a circa 1700mt lasciamo alle spalle gli ultimi alberi e davanti a noi appare di incanto il circo glaciale della Val di Rose ricoperto di panna, bianco da ferire gli occhi. Saliamo sul fianco destro lungo la traccia di uno scialpinista solitario di Civitella che ci ha preceduti; traversando il pendio sotto Sterpi d’ Alto piccoli rotoli di neve ci tagliano la strada, un camoscio passeggia e ci osserva curioso un centinaio di metri sopra di noi.


Risalendo i primi pendii della Val di Rose .

Seguiamo la traccia che traversa sotto al pendio di Passo Cavuto, il pendio non è ripido ma è talmente carico di neve da farci tenere la distanza e accelerare il passo. Saliamo con un paio di traversi su neve ventata e siamo alla selletta 1990mt alla testata della Val di Rose, il vero Passo Cavuto è poco dietro una cinquantina di metri più in basso. L’ambiente è fantastico, il Petroso troneggia fiero sotto al sole, l’alto circo glaciale della Val Iannanghera è coperto da metri di neve; l’ambiente è così candido e ovattato che solcare questi pendii e lasciare una traccia quasi dispiace. Le cime della Camosciara dopo giorni di bufera sono completamente glassate, creste aggettanti sfidano la gravità, il Balzo della Chiesa oggi ricorda molto un cima Patagonica.


La nostra traccia sale sinuosa in una radura candida di neve .

Scendiamo in direzione della cresta del Capraro al Passo Cavuto 1942mt e la risaliamo con gli sci ai pedi, tratti di neve ventata ci obbligano a mettere i coltelli, riusciamo ad arrivare con gli sci ai piedi fin sulla cima lungo la bella cresta panoramica. La vista è fantastica, lo sguardo potrebbe allungarsi dal Velino alla Majella, le montagne del Parco e a sud sino al massiccio del Matese; ma resta fermo sulle cime vicine completamente imbiancate, dalle balze alle creste, alle lame di roccia, la Camosciara oggi non ha euguali. Mangiamo nel sole caldo al riparo del vento leggero che incomincia dinuovo a tirare da ovest; restiamo a lungo a guardare il panorama, sotto di noi Forca Resuni con il rifugio quasi sommerso dalla neve e dal ghiaccio. Tolte le pelli e stretti gli sci ci lanciamo come pazzi nel pendio sottostante, galleggiamo su di una neve fredda e polverosa; ci verrebbe da dire neve Canadese, ma no è neve Abruzzese!!


Ultima radura prima di entrare nel bosco.

Alla base del pendio rimettiamo le pelli e risaliamo al Passo Cavuto, ci rituffiamo ululando nella polvere dell’ alta Val di Rose, passiamo accanto ai sassoni quasi completamente sepolti dalla neve e riscendiamo nel bosco sciando nel centro della valle dove troviamo lunghe e divertenti paraboliche immacolate dove poter inventare curve improbabili. Percorriamo gli ultimi dieci minuti a piedi per non rovinare gli sci tra rovi, filo spinato e vecchi terrazzamenti. E’ proprio in giornate come queste tra i monti silenziosi e immacolati che apprezziamo ancora di più lo sci da alpinismo e forse Giulio ha proprio ragione; non si può spiegare lo sci da alpinismo a chi non fa sci da alpinismo. E’ la fatica della salita? E’ una curva in neve fresca? E’ una discesa con gli sci lontano da tutto e da tutti? E’ scavalcare un filo spinato?….no è molto di più: è un modo di andare in montagna.

Ombra e luce nel bosco della Val di Rose.

 

Considerazioni: Oramai una classica dei monti Marsicani, la Val di Rose è un posto selvaggio e affascinante; un ottimo modo concludera la gita con la cima del Capraro da preferirsi sicuramente al monte Petroso complicato e poco sciabile posto oltretutto all 'interno della riserva integrale dove è vietato l' accesso. Qualche breve tratto in piano nel bosco e pendenze molto blande nella parte bassa della Valle non pregiudicano l' ottimo giudizio che merita questa scialpinistica. Uno degli itinerari più sicuri in zona per le valanghe, qualche attenzione comunque con neve molto instabile sull' ultimo pendio della Val di Rose prima del passo Cavuto. Cercare di contenere l'entusiasmo per non disturbare gli animali del parco e i camosci che anche in piano inverno si aggirano in zona.

Accesso stradale: S.S. Marsicana N° 83, nel paese di Villetta Barrea girarare per Civitella Alfedena e posteggiare la macchina nella parte alta del paese in corrispondenza del sentiero per la Val di Rose.

 

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