SEI IN Home>Relazione Monte Magnola.
Le abbondanti nevicate da ovest fino a bassa quota inbiancano anche i versanti di solito più avari di neve; eccoci allora sull'autostrada A24 in un paesaggio da grande nord, la neve incomincia da Carsoli regalandoci viste fantastiche, i versanti sud e ovest del monte San Rocco del Velino e della Magnola sono carichi di biancore come raramente è possibile vedere. Abbiamo deciso di salire quest' ultima da un versante che poche volte capita di vedere colorato di bianco fino alla base. La nevicata della notte ha depositato già al piccolo paese di Forme 30-40cm di neve, lasciamo così la macchina al valico sopra al paese alla fonte di Capo la Maina a 1116mt; un paesaggio decisamente inusuale che questo stupendo inverno ci stà regalando, la piana del Fucino carica di biancore e il versante sud del Monte Magnola pieno di neve come capita poche volte.
Partiamo sulla strada bianca coperta dalla neve estasiati dal bianco accecante della neve che si perde fino all'orizzonte, il tempo è buono e ora il caldo sole di marzo ci scalda permettendoci di salire per un lungo tratto a maniche corte. La neve è tanta e da subito iniziamo con i faticosi turni da 15 minuti nel faticoso compito di battere la traccia. Le svolte si susseguono con regolarità e prendiamo quota sui dolci pendii di questo versante, arriva un pò di nebbia che ci avvolge; a 1500mt circa un paio di cavalli immersi nella nebbia ci guardano mentre lentamente ci allontaniamo verso l'alto. Entriamo nell'evidente canalone stracolmo di neve che porta al rifugio Telespazio e lo attraversiamo piegando a sinistra; la racchetta sprofonda nella neve toccando qualcosa di morbido che subito salta fuori dalla neve, una grossa lepre di colore bruno che impaurita scappa via correndo verso l'alto, una coincidenza quasi incredibile che come dice l'amico Sebastien: sembrerebbe uscita dal cilindro magico. Saliamo il pendio alla destra del monte Cocurello, sotto di noi iniziamo a vedere una moltitudine di persone che scopriremo essere un gruppo di 18 soci del cai di (Roma, Pescara, L' Aquila ecc..).
La salita faticosa per l'enorme quantità di neve ci porta sotto il crinale del Magnola che raggiungiamo con un'ultimo sforzo, per fortuna ora ad aprire la traccia è un signore di nome Carlo che con passo estremamente veloce ci supera volando verso la cima. Il crinale ora ci separa dalle affollate piste di Ovindoli, qui sopra però è solo freddo e vento, le gambe sono pesanti e il poco allenamento si fà sentire, arrivo qualche minuto dopo Giulio e Sebastien che sono ridiscesi di qualche metro al riparo dal vento e dal freddo; la cima è completamente ricoperta dalla neve e spuntano solo pochi centimetri della croce di vetta; il tempo stà un pò peggiorando e un freddo vento da ovest mi ricorda che la primavera non è ancora arrivata sulle montagne Abruzzesi.
Ridiscendo qualche metro e ritrovo i compagni seduti a mangiare, qualche fiocco casca sul nostro panino mentre la processione di scialpinisti continua verso la cima, nuvole grigie si stanno avvicinando e la neve fresca che tanto ci ha fatto soffrire in salita è ora tutta per noi; la prima parte della discesa si svolge su una bella neve soffice, poco dopo però scopriamo a malincuore che si è formata una crosticina superficiale molto fastidiosa, il sole della mattina si è fatto sentire e ora la bassa temperatura ci ha fatto questo scherzo; la sciata quindi non è facile ma comunque divertente e in breve scendiamo sui bei pendii sotto una nevicata ora più fitta.
Il manto soffice e polveroso è solo un ricordo ma la neve è così tanta che siamo comunque soddisfatti di questa discesa molto bella. Percorriamo la strada in discesa che in breve ci riporta alla macchina mentre il sole fà di nuovo capolino fra le nuvole. Dopo la doverosa birra e sprite al bar di Forme inizia a nevicare e continua fin sull'autostrada, l'inverno in Abruzzo non è ancora finito e il Velino già ribolle fra le nuvole; piove a Roma mentre il rifugio Panei fischia disperato nel vento.
© Il Monte Geologo 2003-2005
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