14/11/2004 Monte Morrone.
Partecipanti: GIULIO, PAOLO, SERGIO.
Dislivello: 1100m circa
Difficoltà: E
Tempo di Percorrenza: 3,15h |
E' la seconda irruzione fredda di novembre e le previsioni annunciano una bella –2C° a 850hpa con probabili nevicate fino a bassa quota Il richiamo dei freddi venti da est ci porta quindi sulla autostrada A24 sotto un cielo grigio dal colore invernale; abbiamo deciso di percorrere la profonda e boscosa Valle Amara bordata ai fianchi dalle propaggini del monte Cava da un lato e dal Morrone dall'altro, è percorsa per intero da una lunga carrareccia che da un lato arriva al rifugetto della forestale in valle dell' Asino e dall'altro sale piegando verso destra ai 1800mt degli stazzi di Fonte la Vena. Lasciamo la macchina sotto all'autostrada ai 1000mt dell'inizio della valle, qualche leggera goccia di pioggia ci bagna il viso mentre ci cambiamo e prepariamo per la partenza mentre rovesci di neve si possono vedere più in alto nella valle.
Paolo e Sergio sulla carrareccia poco dopo il bivio di quota 1500m. La situazione è discretamente invernale... |
La strada bianca da percorrere è molte lunga e a tratti noiosa ma il colore delle foglie autunnali e qualche fiocchetto di neve che inizia a cadere ci distrae portandoci lentamente all'interno della valle in mezzo a queste montagne che oggi nelle nuvole si stanno lentamente colorando di bianco. Arriviamo al bivio a circa 1500 mt di quota e pieghiamo a destra verso gli stazzi di fonte la Vena dove è anche indicato un rifugio “Rifugio fonte la Vena” che scopriremo in seguito essere attrezzato e accogliente. Il suolo e gli alberi sono coperti da un velo di neve e finalmente iniziamo a prendere quota e lo sguardo può spaziare sul versante del Cava che si perde nelle nuvole e tra i fiocchi portati dal vento.
Da poco sopra gli stazzi la vista spazia verso il pendio che arriva fino alla vetta del Morrone a 2141m. Raffiche di vento alzano la neve ma non impediscono la salita. |
Qualche folata di vento si insinua tra i rami degli alberi rompendo il silenzio che regnava attorno a noi rotto soltanto dal rumore dei nostri scarponi e delle nostre risate. Usciamo dal bosco sulla spianata di Iaccetto fonte la Vena dove sorgono le due piccole costruzioni adibite a rifugio; continua a nevischiare ma la visibilità sembra buona anche in alto tanto che riusciamo a vedere il crinale sommitale del Morrone. Dato che il tempo non sembra poi così male decidiamo di salire verso la cima seguendo il valloncello dopo la fonte, la neve caduta non è molta ma sufficiente a donare all'ambiente una connotazione invernale, il paesaggio finalmente ha l'aspetto dell'alta montagna e sui pendii fumano diavoletti di neve sotto il freddo vento di nord-est.
Si sale il blando pendio in direzione della vetta con il vento mai troppo forte. Comunque è freddo e le condizioni generali sono quasi da inverno. |
Continuiamo a salire ora sulla sinistra verso la cima, il vento è freddo ma non troppo forte e le rocce bianche di neve del Morrone si stagliano sullo sfondo di un cielo grigio; pochi metri prima della cima una bella lepre dal folto pelo corre via a poca distanza disturbata dal tintinnio delle nostre racchette. Arriviamo sulla cima contrassegnata da un paio di ometti di pietra sopra una roccia; le nuvole grigie coprono il panorama circostante permettendoci di vedere soltanto il crinale di roccia verso est e più lontano la cima del Murolungo, ci fermiamo solo pochi minuti in cima e poi riscendiamo qualche metro trovandoci un posto per mangiare al riparo dal vento.
Siamo in vetta. La cresta prosegue disegnando una cima secnodaria, dietro la quale si trova la depressione che ospita il Lago della Duchessa. |
Mentre consumiamo il nostro pranzo il freddo incomincia a farsi sentire e neanche il the caldo e la grappa del buon Sergio riescono a riscaldarci, le dita delle mani che iniziano ad essere legnose ci consigliano di scendere e così riprendiamo la discesa ed in breve siamo di nuovo nel valloncello e alla fonte; entriamo dentro al rifugetto la Vena per dare un'occhiata e con nostra grande sorpresa lo troviamo in ottime condizioni provvisto anche di camino e di comode poltrone.
In discesa il sole occhieggia tra le nubi, ma è una luce metalluca che non scalda, ormai il palcoscenico è tutto per la neve. |
Riprendiamo per un tratto la carrareccia a scendere ma poi tagliamo per il valloncello Fossa Conca e scendiamo nel scivoloso sottobosco che ci riporta in breve alla sterrata in fondo alla valle poco sopra la Madonnina; percorriamo l'ultima parte della sterrata e arriviamo alla macchina investita da un vento freddo che porta nevischio. Forti rumori ci giungono alle orecchie provenienti dalla vicina autostrada, lasciamo che la notte avvolga questi monti nel loro silenzio e queste prime nevicate ricoprano i loro fianchi.
T° minima registrata presso la cima del Morrone : -5.2 C°
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