SEI IN Home>Relazione Monte Pratillo
Le condizioni della neve e l’abbondanza del manto nevoso ci consigliano un’ uscita sul Pizzo Deta sui Monti Ernici, un’occasione per conoscere bellissime montagne da noi sempre troppo poco frequentate. Abbiamo scelto la salita per la valle del Rio dal piccolo paese di Rendinara, nonostante la quota modesta questa valle è sempre ben innevata poiché esposta a nord e quindi sempre all’ombra. Il piccolo paese di Rendinara affacciato sopra la Val Roveto protetto dal sole dai contrafforti delle montagne ha mantenuto un 15cm di neve che ci permettono con una certa soddisfazione di partire con gli sci ai piedi dalla macchina alla quota di 916mt. Il cielo azzurro ed un bel sole ci invitano a salire; percorriamo la strada bianca coperta dalla neve che si addentra nella valle del Rio, entrando nella valle e salendo di quota con nostra grande sorpresa il manto nevoso aumenta a vista d’occhio e già scherziamo iniziando a pregustarci la bellissima discesa che ci aspetta in questa bella neve soffice che aumenta sempre di più.
La progressione diventa faticosa e così ci alterniamo con turni di 15minuti a testa nel duro compito di aprire la pista; arriviamo allo stazzo pastorale sito alla quota di circa 1300mt, la neve inizia ad essere veramente tanta, 1 metro, 1 metro e mezzo e aumenta ancora. Le rocce sono ricoperte del tutto e le additiamo pensando a tutti i salti possibili ed immaginabili che faremo durante la discesa, ci distraiamo così dalla fatica della difficile progressione in questo manto nevoso che ci rende sempre più euforici. Teniamo il lato sinistro della valle e la risaliamo con pendenze per fortuna poco sostenute a tratti in piccole radure e a tratti nel fitto bosco con i faggi che in alcuni punti sono letteralmente sommersi dalla neve. La traccia sale sempre più fonda tra gli alberi e gobbe di neve, i turni da 15 minuti sembrano lunghissimi per chi batte e troppo corti per chi sta in scia; così prendiamo quota salendo questa lunga valle che riserva grandi sorprese, la neve aumenta ancora con 1.5- 2mt di neve e nei punti di grande accumulo anche di più.
Finalmente vediamo la cima del Pratillo alla testata della valle, il Pizzo Deta ancora nascosto sarà probabilmente solo un miraggio; data la grande quantità di neve e la fatica che non molla decidiamo di voler arrivare almeno fin sopra il crinale alla nostra sinistra. Il pendio si raddrizza un pochino e gli ultimi faggi lasciano il posto ai pendii battuti dal vento, un leggero traverso sulla sinistra ci porta alla selletta di quota 1902mt con l’affaccio sulla cima del Pizzo Deta ed il sottostante ripido Peschio Macello. Alla sella c’è vento e la neve sotto uno splendido cielo azzurro inizia a turbinare attorno a noi, uno scaccianeve continuo che dona a questa piccola sella ed al crinale soprastante un aspetto crudo e affascinante. C’è un attimo di indecisione, ma la vetta del Pratillo è a meno di 20 minuti e così grazie ad un bel pezzo di cioccolata e alle parole convincenti di Fabio saliamo per questo corto ma elegante crinale. La neve è ventata ma si riesce a salire senza l’aiuto dei coltelli, il vento non è molto forte ma alza tanta neve che ci pizzica le guance e ci sprona a proseguire; urliamo nel vento entusiasti della bellissima giornata che ci stanno regalando queste magnifiche montagne.
Il panorama spazia dalle vicine montagne del parco nazionale candide di neve fino alla Majella ed al Gran Sasso che si agitano nelle nuvole, l’ Appenino Centrale oggi si mostra in tutta la sua bellezza mostrandoci la sottile e non scontata differenza di colore fra l’azzurro del cielo ed il bianco della neve. Un ultimo sforzo e siamo al sole della cima, continuare per il Pizzo Deta è inutile e così più che soddisfatti ci sediamo sul dolce prato sgombro dalla neve sul versante sud. Seduti al sole e parzialmente protetti dal vento ci gustiamo il nostro pranzo, il Circeo è ben visibile sopra la pianura Pontina e il mare risplende sotto ad una leggera foschia. Dopo l’autoscatto di rito ci rimettiamo in moto per riscaldarci ed affrontare una discesa che sarà sicuramente fantastica; leviamo le pelli e calzati gli sci iniziamo a percorrere con un po’ di attenzione il breve e facile crinale che ci riporta alla sella.
Le prime curve in fresca sono da urlo e così ci buttiamo urlando come pazzi nel bosco, e nelle radure oberate dalla neve, il basco talvolta molto fitto non permette una sciata libera e veloce e bisogna districarsi per uscire dal caloroso abbraccio dei faggi, ma forse il bello dello sci da alpinismo in Appennino è anche questo. Scendiamo con il fiatone e le gambe pesanti ed arriviamo di nuovo sulla carrareccia, qui arriva la parte forse più divertente della discesa, ogni più piccolo dosso è un salto e ogni cambio di pendenza una curva da urlo; arriviamo con gli sci fino alla macchina quasi impazziti da questa discesa che ci ha regalato più di mille metri di dislivello in neve fresca in una giornata da ricordare.
© Il Monte Geologo 2003-2005
|