20/11/2007 Scialpinistica al Monte Rapina.
Partecipanti: GIULIO, FABIO, PAOLO.
Dislivello: 1100mt
Difficoltà: MS
Tempo di salita: 3h
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La stagione scialpinistica 2007/2008 sta iniziando nel migliore dei modi. Infatti dopo l’exploit di fine ottobre, una nuova abbondante nevicata ha coperto i monti appenninici fino a quote basse. Noi non potevamo certo lasciarci sfuggire l’occasione, tanto più che c’era la prospettiva di curve in neve fresca!
Così eccoci in viaggio verso la Majella, in particolare verso il Monte Rapina, che presenta un ottimo pendio esposto a N con fondo erboso garanzia di sciabilità anche se la neve non è abbondante.
Foto scattata dal punto in cui abbiamo lasciato la macchina, a 900m. In secondo piano il Rapina e il Pesco Falcone. |
La giornata è soleggiata, il cielo leggermente velato, la temperatura gradevolissima. La neve inizia già a quote basse, tanto che siamo costretti a lasciare la macchina a circa 900m, superato S. Nicolao, piccola frazione di Caramanico terme. L’ambiente è già fantastico: 30cm buoni di neve farinosa, luccicante sotto il sole tiepido. Ovunque le forme spigolose delle rocce e del terreno sono addolcite dal manto candido. Il pendio del Rapina è già segnato da alcune tracce, cosa che ci mette ancora più eccitazione.
Qualche quercia ancora verde ci ricorda che siamo ancora in pieno autunno. Sullo sfondo il Gran Sasso. |
Saliamo con percorso articolato seguendo una pista tra arbusti, piccoli boschetti e campi su un pendio debolmente pendente. Poi il versante si fa più acclive, così zigzaghiamo tra giovani pini, puntando verso la larga cresta N che scende dalla vetta. Il versante N del monte è in realtà inciso da un blando vallone con macchie di faggi limitato da due creste, delle quali si percorre quella più a W, direttamente affacciata sulla valle del Fiume Orta e fronteggiata dall’impressionante versante N del Morrone.
Luci e ombre nella prima parte della salita. |
La neve diventa sempre più leggera man mano che saliamo il crestone, che diventa via via più pendente. Si passa accanto al Rifugio Barrasso, in ottima posizione nel vallone sotto un boschetto di faggi, quindi un ultimo strappo un po’ faticoso tra i primi pini mughi porta ad un falsopiano ormai vicino alla vetta. In questo punto le due creste vanno riunendosi, culminando nella vetta del Rapina, che si raggiunge risalendo un breve ma ripido pendio. La vista è fantastica: da N a S si susseguono gran parte dei monti dell’Appennino, dal Gran Sasso a N ai monti del Parco Nazionale d’Abruzzo a S.
Il versante nord del Morrone. |
Guardando dalla parte opposta si possono ammirare gli splendidi pendii del BlockHaus e la profonda Valle dell’Orfento, mentre la cresta prosegue verso l’antecima del Pesco Falcone, ingombra di pini mughi. Un meritato riposo al sole è d’obbligo, ma la voglia di lanciarci sui pendii di neve soffice è troppo forte, e allora… si parte! La discesa è semplicemente fantastica, la neve ha retto perfettamente, le curve sono da urlo… E infatti è ancora urlando che arriviamo alla macchina dopo la bellezza di 1100m di discesa in fresca. Memorabile!
Il bellissimo versante nord del Rapina. Al centro sotto il boschetto di faggi si vede il Rifugio Barrasso. |
Considerazioni: una classica dell’appennino che non tradisce. Perfetta dopo una grande nevicata, data la totale assenza di rischio valanghe. Adatta anche ai principianti.
Accesso stradale: autostrada A24 Roma – l’Aquila e poi A25 Torano – Pescara, uscita di Alanno – Scafa. Seguire le indicazioni per Caramanico Terme e quindi per la frazione di S. Nicolao. Dal paesino proseguire per S. Eufemia. Si lascia la macchina dopo un tornante (piccolo parcheggio, 900m). Se la neve lo consente poco prima del parcheggio si può prendere una mulattiera che si seguire fino a quando si intercetta la cresta principale del Rapina (1100m).
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