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17/giugno/2005 Monte Prena.
Partecipanti: PAOLO, GIULIO.
Dislivello: 850m circa
Difficoltà: EE
Tempo di Percorrenza: 2:45h

Percorriamo la SS°17 bis e attraversiamo la piana di Campo Imperatore pennellata di verde dai prati rigogliosi, bianche nuvole orlano le cime e un leggero vento orientale smuove l’erba. In corrispondenza della curva al km 48,50 prendiamo la sterrata che porta alla ex miniera di bitume sul fianco SW del Camicia, lasciamo la macchina alla curva accanto alla Fornaca nei pressi del sentiero del CAI che passando per il valico di Ferruccio ci porterà alla cima del Prena. Un vento fresco tutt’altro che estivo ci dà il benvenuto e ci accompagnerà per tutta la gita, le montagne sono deserte, poche macchine anche sulla piana per la maggior parte di gitanti in cerca della tanto amata finocchiella.


La cima del monte Prena nascosta dalle nuvole vista dalla prima parte di sentiero che percorre il contrafforte erboso W-SW del monte Camicia conosciuto col nome di Altare.

Il sentiero taglia i primi prati dolci sulle pendici del Camicia a est della grande fiumara detritica del Prena conosciuta col nome di Fornaca, vi sono ancora numerosi nevai da cui sgorgano molti ruscelli e piccoli torrenti, un bellissima cascata presso fonte Comune rende il paesaggio suggestivo e ricorda molto quello alpino, prati verdi, nevai e tanta acqua.
Il sentiero sale ora più deciso in diagonale dirigendosi verso il valico di Ferruccio, guglie di roccia ed evidenti forme di erosione veloce rendono il paesaggio surreale e caratterizzano questa montagna che assieme all’Infornace e alle Torri del Casanova si distingue fortemente dalle altre montagne della zona. Arrivati presso il vado di Ferruccio a 2233mt una densa nebbia e un freddo vento ci accoglie, ci copriamo per ovviare all’umida nebbia che ci bagna i capelli e proseguiamo il crinale del vado di Ferruccio verso ovest in direzione della cima delPrena.


Giulio si avvicina alla bella cascata sotto fonte Comune in una ambiente simile a quello Alpino.

Il crinale perde leggermente quota e in corrispondenza della spalla del Prena la aggira sul versante nord, fra nebbia e sprazzi di sole arriviamo alla base dell’ultimo pendio che porta alla cima, qui è ancora presente una buona quantità di neve ed il pendio terminale è coperto da ingenti spessori di neve.
Puntiamo verso l’ ultimo pendio in corrispondenza di un singolare roccione incastrato fra due guglie di roccia, poco dopo si esce sul crinale della cima a pochi metri dalla croce. Le nuvole che arrivano dal Teramano spesso coprono il sole ma ci permettono di godere del bel panorama sul vicino Camicia e sul piano di Campo Imperatore. Rimaniamo sulla cima forse un’ora godendoci il sole bollente alternato da sbuffi di nebbia fredda e umida, farfalle e insetti popolano ormai questa cima rocciosa che lentamente si stà preparando all’ estate.


Giulio sopra e Paolo sotto su di una prominenza rocciosa presso il vado di Ferruccio.

Scenografici cumulonembi, soprannominati da Giulio le bombe, si sollevano nel cielo ma senza destar preoccupazione, dopo una lunga contemplazione riscendiamo nel canale in una spessa nebbia che ora avvolge completamente la cima, i divertenti nevai ci riportano velocemente al vado ovest di Ferruccio.
Da qui scendiamo giù diretti seguendo le tracce di sentiero segnate da ometti e senza strada obbligata perdiamo quota saltando fra divertenti ghiaglie e rocce, molti ruscelli e canali di scolo che soddisfano la nostra sete.


Paolo osserva la danza della nebbia sulle roccie presso Vado di Ferruccio.

Il sentiero ci porta sulla piccola prominenza a 1780 mt dove rimangono i resti del bivacco G. Lubrano strappato dalle tempeste durante l’ inverno 98-99, solo il basamento in cemento è rimasto al suo posto mentre tutt’ intorno sono ancora visibili i pezzi di lamiera trascinati a valle dal vento, dalle acque e dalla neve. Percorriamo l’ ultimo tratto di Fornaca dove troviamo una giovane mucca morta sul greto della Fornaca, dal greto della fiumara in breve risaliamo alla macchina. Gli ottimi arrosticini di pecora ai baracchini presso la fonte della Macina chiudono un bella giornata trascorsa fra le nebbie e il caldo sole di giugno tra le rocce del Prena.


L'ultimo tratto di salita prima della cima del Prena, è visibile la singolare roccia incastrata.

Dalla vetta del Prena vista verso Campo Imperatore, con una delle tante e sinuose fiumare derivanti dall'erosione della montagna.

 

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