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30/08/2005 Sorgenti e Plateau del Lys.
Partecipanti: GIULIO, ELISA, FRANCESCO.
Dislivello: 650mt circa
Difficoltà: E (EE rientrando dalla dx orografica del Lys)
Tempo di Salita: 2h

Alla scoperta delle sorgenti del Lys, che sgorga impetuoso dalle tormentate seraccate dell'omonimo ghiacciaio.

In una calda e soleggiata giornata di fine Agosto decidiamo di andare a scoprire le sorgenti del Lys, il grande fiume che solca tutta la valle di Gressoney. Purtroppo, per necessità di produrre energia elettrica, le torbide acque vengono captate in più punti della valle, riducendo in alcuni punti il corso d’acqua a poco più di un rigagnolo. Vogliosi di ritrovare la potenza antica di queste acque, che i valligiani conoscevano così bene e con cui erano in perfetta sintonia, puntiamo verso il termine del grande Ghiacciaio del Lys, che con le sue tormentate seraccate scende fino al cosiddetto Plateau, dal quale fuoriescono numerosi rivoli più o meno grandi, marroni per il carico di fango, dalla cui unione nasce il Lys. Partiamo di buon ora da Stafal, alla fine della carrozzabile della Valle di Gressoney, base degli impianti che a sx portano fino alla Bettaforca e quindi a Champoluc e a dx fino al Passo dei Salati e quindi ad Alagna. Alla sx del ponte della strada parte un ottimo sentiero, con cartelli indicatori, che supera con percorso pianeggiante alcune strutture in costruzione.


Le bianche baite dell'Alpe Kurtlys, in bellissima posizione alla testata della Valle di Gressoney.


Il sole è caldo, ma in questo primo tratto il sentiero procede all’ombra, attraversando verdissimi prati coperti di rugiada e costeggiando il Lys, che scorre impetuoso sul letto sassoso. Con salita moderata, oltrepassando belle rapide in cui l’acqua si getta spumeggiando, saliamo con varie svolte costantemente affiancati a dx dai ripidi pendii della Punta Telcio, fino ad arrivare ad un bel ripiano erboso su cui sorgono le baite bianche dell’Alpe Kurtlys, 1991m. Il fiume non si vede più perché scorre in una strettissima forra alla sx delle baite (consiglio di affacciarsi cautamente facendo attenzione all’erba umida). Il sentiero prosegue sulla dx e dopo poco si arriva ad un ripiano più ampio, dove c’è anche una torbiera e, nascosta dietro una costola rocciosa, un'altra baita. Dal bel prato antistante la casetta si gode di una bella vista sul Lyskamm e parte del Castore, i cui ghiacci candidi emergono dalle cime dei larici.


Siamo quasi al termine della salita. Sulla sx la morena laterale che ha lasciato il Ghiacciaio del Lys nell'800; al centro il fiume scorre dividendosi in vari rami. Nella seconda metà dell'800 tutta la valle che vedete, dalla morena verso dx, era occupata dalla lingua del ghiacciaio.


Superata la costruzione, con percorso non faticoso sotto il bosco rado, continuiamo a salire sull’ottimo sentiero molto frequentato, tra ruscelletti e piccole sorgenti. Dopo un paio di svolte con cui il sentiero supera un pendio ripido un po’ franoso arriviamo in un’amena conca erbosa, solcata da un limpido torrente. Sulla dx si apre uno scosceso vallone, incassato tra le scure rocce della Punta Telcio e i pendii dell’Alta Luce, in cui trovano posto gli alpeggi di Saltzen. Sulla sx lo sbocco del vallone è sbarrato dall’enorme morena laterale che il Ghiacciaio del Lys ha lasciato nell’800, testimonianza dell’espansione della Piccola età Glaciale. Il sentiero non segue l’esile e scomodo filo di cresta della morena, ma rimane nella conca, superando una placconata rocciosa munita di catena utile in caso di rocce viscide. Oltrepassato il torrentello che scende con belle cascatelle dal vallone sulla sx finalmente attacchiamo il ripido pendio della morena. Con salita ripida e varie svolte saliamo faticosamente sull’eterogeneo materiale glaciale, superando alcuni grossi massi. Per due o tre volte lambiamo il filo di cresta, raggiungibile con brevi deviazioni. Alcuni tornanti più stretti permettono di superare l’ultimo tratto, ormai molto vicini alle rocce che salgono all’Alta Luce.


Il Plateau del Lys, dove oggi termina il ghiacciaio e nasce il fiume. In alto il tormentato Ghiacciaio del Lys, diviso in due parti principali dalla nera mole della Cresta del Naso. Il ramo di sx si è da pochissimo ritirato sopra il gradino roccioso. Notare la montagna bianca di ghiaccio alla base della seraccata, formata dall'accumulo del ghiaccio che cade frequentemente da sopra. Il ghiacciaio non è immobile.


Verso valle la vista sulla morena è impressionante, sembra la lama di un coltello. Dall’altra parte il Lys scorre impetuoso, dividendosi in vari rami, in un largo vallone pianeggiante coperto di radi larici. È incredibile pensare che 150 anni fa dove ora scorre il fiume c’era la grande lingua del ghiacciaio, la cui altezza era all’incirca quella del filo di cresta della morena. Poco dopo la pendenza diminuisce e si incontra un bivio. A dx si continua a salire sulla morena fin verso i 2800m; noi prendiamo sulla sx, verso il Plateau del Lys e le sorgenti del fiume. Inizia un mezzacosta in leggera salita con la vista che si apre presto sulle tormentate masse glaciali e le vette di oltre 4000m. Ormai abbiamo guadagnato la zona sopra il gradino roccioso che ospita la lingua terminale del ghiacciaio. Superato l’ultimo dosso infatti ci troviamo improvvisamente di fronte al ghiaccio e alle montagne. Con leggera discesa raggiungiamo delle splendide rocce montonate che fungono come da balcone sulla parte terminale del ghiacciaio, scura e coperta di detriti, e sulle lunghe seraccate che provengono da dx, scendendo dal Colle del Lys e da Lyskamm Orientale, e da sx, scendendo dall’ampio circo sotto il Lyskamm Occidentale. Con tristezza vedo che la lingua di sx si è ritirata sopra uno scuro gradino roccioso, da cui frequentemente cadono enormi blocchi con boati fragorosi e alla cui base si è formato un enorme cono di ghiaccio bianco derivante dall’accumulo dei blocchi stessi. Nonostante la fase di ritiro l’impatto visivo è davvero emozionante.


Il laghetto da cui sgorga la gran parte del fiume. Tutta la massa marrone coperta di detriti è ghiaccio, e i piccoli iceberg nell'acqua ne sono testimoni.


Alla fronte del ghiacciaio, da un piccolo laghetto solcato da altrettanto piccoli iceberg, esce il Lys, limaccioso e impetuoso, gettandosi poco dopo in un laghetto più grande. Per facili pietraie scendiamo ai laghetti per osservare più da vicino la situazione. Il fiume probabilmente fuoriesce da una grotta situata all’inizio del primo laghetto. In realtà già alla fine della lingua di sx si osservano un paio di grandi cascate che si gettano sul ghiaccio sottostante, ma la sorgente vera e propria è sicuramente questa. Dopo aver pranzato in questo ambiente mutevole, legato alle dinamiche di acqua e giaccio che modellano rapidamente il suolo, ci dividiamo. Io, guadato il fiume nell’unico punto che permetteva di non togliersi le scarpe, sono risceso dall’altro versante. Il percorso non è su sentiero, ma mi sento di consigliarlo a chi ha un po’ di esperienza, perché permette di osservare i panorami da un punto di vista inconsueto. Aggirato il lago più grande sono risalito sull’instabile materiale glaciale sulla dx.


In discesa sulla dx orografica della valle si supera il gradino roccioso fatto di splendide rocce montonate, con il fiume che dà spettacolo.


Con breve percorso semipianeggiante si arriva su delle splendide rocce montonate a balcone sulla Valle di Gressoney, di cui si può apprezzare la forma tipica ad U delle valli glaciali. Sulla sx il Lys supera fragorosamente il gradino roccioso dividendosi in due rami: quello di sx fa una bella cascata, non molto visibile perché nascosta dietro la roccia; quello di dx si spande su un liscissimo gobbone roccioso, scendendo poi verso dx con un effetto magnifico. Occorre non infilarsi nel valloncello in cui entra questo ramo di dx del fiume, ma tenersi sulla dx delle rocce per affrontare un pendio ripido di detrito glaciale, in parte erboso, con alcuni arbusti a dare fastidio. Arrivati alla base del gradino roccioso è meglio non andare verso il fiume, dove arbusti, alberi e vari ruscelletti complicano il percorso, ma tenersi sulla dx su terreno in parte sassoso e appena possibile superare la morena laterale (molto più piccola di quella sull’altro lato), arrivando così in una valletta erbosa prima in discesa, poi pianeggiante. Arrivati su un piccolo pianoro si incontra un sentiero che proviene dalla dx dal Passo di Bettolina. Si prende detta traccia e con discesa prima leggera, poi moderata, si arriva ad un bivio. Prendendo a sx si è in breve ad un ponte sul fiume, poco prima che questo si getti nell’orrido vicino all’Alpte Kurtlys. Oltrepassatolo si è alle baite e al sentiero dell’andata, che si segue brevemente fino a Stafal. Scendendo abbiamo constatato come la portata del fiume fosse molto aumentata rispetto alla mattina, sintomo di un maggiore scioglimento del ghiaccio.

 

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