29/07/2005 Il Vallone del Peschio (Prena versante N).
Partecipanti: GIULIO, ELISA, GIULIANA, FRANCESCO, GRAZIA.
Dislivello: 600mt
Difficoltà: EE
Tempo di Salita: 2h
Il vallone più selvaggio e spettacolare del Gran Sasso, solitario e ricchissimo d'acqua.
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È la fine di Luglio, giornate caldissime, sole cocente, la povera erba delle montagne appenniniche ridotta ad una sterpaglia secca. È stata un’estate poco piovosa e si vede. Saturati dalla calura e dall’arsura decidiamo di andare in uno dei pochi luoghi dell’Appennino che regalano sempre montagne severe e imponenti, prati rigogliosi e acqua in quantità. Le Alpi? No, il Gran Sasso! Sul versante nord del Prena infatti c’è il Vallone del Peschio, severo e di difficile accesso, racchiuso tra tormentate pareti rocciose, incredibilmente verde e ricco d’acqua rispetto alle zone limitrofe e infine molto poco frequentato.
Sulla sterrata, poco dopo l'uscita dal lungo tratto nel bosco, ci accolgono splendidi prati verdi e rigolgiosi che salgono su verso il Prena. D'inverno questa zona è battuta da enormi valanghe. |
L’accesso più facile è dal basso, non lontano da Isola del Gran Sasso. All’interno del paese si prende a dx la strada per S. Pietro e Pretara, si supera Pretara e si segue la strada che sale con alcuni tornanti. La vista è già bellissima sui verdi pendii nord della Catena del Gran Sasso e sulla mitica parete nord del Corno Grande. Si tralascia una prima sterrata a dx e poco dopo occorre prendere a dx per una strada asfaltata. Poco dopo si lascia la macchina in corrispondenza di uno slargo da cui sulla sx parte una stretta sterrata in salita nel fitto del bosco. Fa molto caldo quando iniziamo a salire, ma i prati verdi in alto ci attirano. Il vallone presenta in basso dei salti di roccia invalicabili dove si trova una presa d’acqua potabile che si rifornisce con la sorgente del Peschio. Per superare questo tratto la sterrata sale con alcuni tornanti alternati a lunghe diagonali sul pendio alla sx del vallone. Saliamo lungamente all’ombra di una ripida faggeta, ma non c’è un filo d’aria e si suda da pazzi.
Dal fontanile alla fine della sterrata compare lo spettacolo di questo irreale nevaio, quota 1300m circa, completamente coperto di detriti e spaccato in grossi blocchi, dovuto all'accumulo di neve proveniente dalle valanghe. |
La carrareccia, in alcuni tratti stretta e ardita, sale fino a entrare nel vallone sui 1300m. All’uscita dal bosco ci accoglie una splendida fontana dall’acqua gelida e dissetante e splendidi pascoli verdissimi, che salgono ripidi su fino alle alte quote del Prena. Sulla destra il pendio scende ripido e poi precipita con un grande salto verticale. Un limpido torrente, con numerose cascatelle, scende veloce verso la parete, ma prima di spiccare il salto viene catturato dall’Acquedotto del Peschio. Con nostra grande sorpresa nella valletta sospesa rimane un grosso ammasso di neve, incastrato tra le rocce, con la superficie coperta di terra e detriti e spaccato in vari blocchi. È chiaramente un accumulo delle valanghe che cadono dal soprastante ripido pendio erboso, rendendo evidente la pericolosità di questi luoghi durante l’inverno.
Il sentiero che conduce sul fondo del vallone è ricavato su cengie erbose o intagliato nella roccia e costantemente allietato dalla presenza dell'acqua, che però lo rende molto scivoloso. |
Avvicinandoci alla neve abbiamo la possbilità di constatare come lo spessore sia sugli 8 m e che la grande massa si regga su una sorta di grande pilastro centrale, intorno al quale vi è una grande volta sgocciolante, che minaccia di crollare da un momento all’altro. Dal fontanile inizia un sentiero che, superato il torrentello, prosegue pianeggiante a mezza costa. L’esile traccia, purtroppo in alcuni punti mezza scomparsa sotto la rigogliosa vegetazione, procede ardita, con alcuni saliscendi, sfruttando cengie sospese ed essendo in alcuni punti scavato nella roccia. Il percorso è molto bello e panoramico, ed allietato dalla presenza di innumerevoli sorgenti, che danno vita a splendidi giochi d’acqua. L’atmosfera è molto rinfrescante ed è incredibile pensare all’arsura dei prati che abbiamo lasciato sulle altre montagne in confronto a tutto il verde che osserviamo lungo il percorso. Occorre prestare attenzione a dove si mettono i piedi perché le rocce sono molto viscide a causa dell’acqua.
I giochi d'acqua lungo il sentiero sono fantastici e rinfrescanti. Niente a che vedere con l'arsura che domina in altre zone. |
Da ultimo si arriva ad un piccolo ripiano sospeso da cui finalmente si può ammirare il vallone. È largo, verdissimo, e sale molto in alto. Sotto le creste rocciose che lo chiudono si vedono ancora grandi chiazze di neve. Severe pareti rocciose lo serrano a dx e sx e un bel torrente scorre sul fondo. Il sentiero prosegue prima pianeggiante mezzo scavato nella roccia, poi in leggera discesa su una pietraia. Sul fondo compaiono altri sorprendenti accumuli valanghivi, completamente coperti di terra. Una grande chiazza prosegue discontinua a lungo, celando il torrente e finendo proprio dove il sentiero arriva sul fondo del vallone, nei pressi di una presa d’acqua. Il posto è incantevole: tra i blocchi di neve crollati la limpida acqua crea piccole pozze in cui ci rinfreschiamo. Non andiamo oltre, ma il sentiero prosegue, quasi completamente scomparso, risalendo a zig zag e presumibilmente arrivando fino alla vetta del Prena. Prossimamente tenteremo di farlo tutto. Siamo scesi per lo stesso itinerario, ammirando splendidi fiori e farfalle, e ritornando infine nel caldo soffocante delle colline, col pensiero rivolto all’acqua gelida, protagonista assoluta dell’escursione.
Il Vallone del Peschio visto dal piccolo ripiano su cui passa il sentiero. Sede di un antico ghiacciaio, oggi è verdissimo e ricco d'acqua. In alto le rocce intorno all'Infornace. |
© Il Monte Geologo 2003-2005
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