15/04/2007 Traversata S-N del Sirente con discesa nel Vallone di Punta Macerola.
Partecipanti: GIULIO, FABIO.
Dislivello: 750mt
Difficoltà: BS/OS
Tempo di salita: 1,45h
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Itinerario inedito per il Montegeologo in questa primavera tiepida e avara di neve come l’inverno che l’ha preceduta. L’obiettivo è la traversata S-N del Sirente, con discesa per un ripido canalino che parte dalla cresta principale in corrispondenza della cima secondaria chiamata Punta Macerola. È metà aprile, e il versante SW del Sirente è già assai povero di neve. Tranne che per la porzione più alta, rimangono solo chiazze, ma noi non disperiamo di trovare un percorso di salita in qualche valletta che abbia conservato la neve. La giornata è nuvolosa e ventosa. La mancanza di neve ci avvantaggia dal punto di vista della logistica, permettendoci di salire con la gippetta fin verso i 1750m.
Guadagnando quota sul versante meridionale del Sirnte la vista si apre sul Velino e vette limitrofe. |
Arrivati al valico della sterrata che sale dalla Val d’Arano infatti prendiamo a sx e proseguiamo fino ad un pianoro erboso, quindi a dx per una mulattiera che sale a mezzacosta con bella vista verso il Fucino. Lasciamo la macchina in corrispondenza di una pronunciata vallecola. Una esile striscetta di neve sciolta ne occupa il fondo, permettendoci di mettere gli sci fin da subito. Si segue la valletta, superando una strettoia rocciosa e proseguendo in un bell’ambiente di piccole conche e dossi, prendendo gradatamente quota. La vista si amplia verso W, dove spicca il gruppo della Magnola e del Sirente.La vetta del Sirente è già visibile leggermente sulla dx, e la si può raggiungere senza percorso obbligato, scegliendo a piacere l’itinerario.
Saliamo sfruttando le grosse chiazze che rimangono nei numerosi valloncelli. |
Al nostro arrivo la croce di vetta si staglia solitaria sul cielo grigio, bellissime nuvole lenticolari disegnano fantasiose geometrie sulla vetta del Velino. Il versante N come al solito è un altro mondo, decisamente più innevato ed emozionante. Il Canalone Majori è tracciatissimo ed alcune persone lo stanno risalendo a piedi (!!). Dopo una breve sosta siamo di nuovo sci ai piedi. Occorre prendere la cresta in direzione W (verso Rovere). Si scende dapprima un breve e divertente pendio, quindi si prosegue con percorso pianeggiante un po’ fastidioso tenendosi sempre un po’ sotto il filo di cresta.
Sulla cresta del Sirente, vicini alla vetta. |
Noi purtroppo siamo costretti a toglierci gli sci e a portarli a spalla nell’ultimo tratto prima dell’imbocco del canale, segnato da una leggera prominenza della cresta (Punta Macerola), superata la quale si scende rapidamente all’attacco per un pendio un po’ ripido. Ci siamo: ai nostri piedi, come un gigantesco tappeto bianco, il canalone si getta ripido, prima più stretto tra le rocce, poi più largo, verso le faggete ai piedi del versante N del Sirente, che terminano al margine degli omonimi Prati. La neve tende al pappone, ma nella parte alta le curve sono comunque divertenti e non difficili. Si perde rapidamente quota mentre il vallone si allarga e la pendenza diminuisce
Qualche nuvola, innocua ma molto suggestiva, incombe sul Velino visto dalla vetta del Sirente. |
. Circondati da un ambiente molto suggestivo si arriva infine al limitare della faggeta martoriata dalle valanghe, spesso di grandi dimensioni, che sovente cadono in questi luoghi. Siamo sui 1600m, e la neve è ormai finita. Alle nostre spalle si staglia la porzione più imponente della parete N del Sirente, precipite nelle sue balze calcaree. Si segue il fondo, in parte senza alberi, di una valletta che è la prosecuzione del canalone, arrivando ad una piccola conca dove occorre rintracciare una traccia che risale il bordo della depressione in direzione N. Si tratta di un vecchio sentiero, che bisogna seguire lungamente nel suo percorso in discesa.
L'entrata nel Vallone, poco dopo aver superato l'omonima vetta. Attenzione in particolare con neve dura o ghiacciata. |
In presenza di neve il bosco si presenta sciabile, a tratti divertente. Superata con una diagonale una balza rocciosa, il sentiero, poco evidente e in parte obliterato dal tempo, prosegue puntando verso i Prati del Sirente. Nel caso si perdesse l’esile traccia occorre tenere sempre una direzione circa N, sicuri di arrivare al piano senza problemi. Qui bisogna aver lasciato una macchina o che ci sia un buon cristiano che ci venga a prendere.
Considerazioni: bell’itinerario, molto vario, che unisce una salita né eccessiva né faticosa ad una discesa abbastanza difficile e divertente. Prestare attenzione alle condizioni meteo in salita, dove in caso di neve o nebbia è facile perdersi. Massima considerazione alle condizioni della discesa: con neve ghiacciata l’entrata nel vallone può richiedere i ramponi; con neve instabile e rischio valanghe il canalone è assolutamente da evitare. Percorrerlo solo quando il rischio è molto basso (tipicamente in primavera inoltrata o dopo un lungo periodo senza precipitazioni).
Accesso stradale: autostrata A24 Roma – l’Aquila, quindi A25 Torano – Pescara, uscita di Celano. Prendere la SS5Bis fino ad Ovindoli, quindi a dx per la Val d’Arano. La strada diventa sterrata, ma è comunque percorribile con cautela fino al valico di quota 1600m.
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