Nevona
sulla Costa Ceresole 29/11/03 |
La
situazione al Vado di Pezza (1485m). Una cartolina dall'artico! |
La notizia
che la neve è arrivata in Abruzzo ci arriva il 28 novembre. Il
giorno dopo avevamo progettato un'escursione, e quindi la notizia ci mette
ancora più in fibrillazione. La mattina si parte e con nostra grandissima
sorpresa troviamo la prima neve già in autostrada (la Roma-l'Aquila)
nei pressi di un valico a quota 900m. Salendo poi verso i 1379m di Ovindoli
la situazione si fa paradisiaca: alberi stracarichi di neve, sembra la
taiga scandinava, e un consistente manto bianco al suolo (sui 30cm) già
abbastanza alto da dare al terreno quell'aspetto ovattato e liscio tipico
dei grandi spessori.
Inizia
la salita verso la vetta irraggiungibile. Siamo ancora ignari della
fatica che ci attende... |
Con la gippetta
arriviamo a Vado di Pezza (1485m) e di fronte a noi si para lo spettacolo
del piano omonimo nella sua tipica veste invernale. Nei presso del Rifugio
del Lupo lasciamo la macchina e cazati gli scarponi e regolati gli altimetri
ci dirigiamo verso la nostra meta: la Costa della Tavola (2180m) che appare
lontanissima e irragiungibile. Per prima cosa attraversiamo un tratto
di piano per poi risalire una evidente costola nel tentativo di trovare
i punti con meno neve. Puntiamo ad una cresta secondaria ma evidente e
senza alberi sulla quale speriamo che il vento abbia spazzato un po' la
neve. Inizialmente lo spessore permette un passo abbastanza agevole, ma
appena inizia la salita il tutto diventa più faticoso. Arrivati
all'inizio del bosco capiamo già che l'impresa non potrà
essere portata a termine. Dandoci frequentemente il cambio per aprire
la strada attraversiamo tratti di faggeta con gli alberi oberati di neve
pesante e pronti a scaricarcela addosso.
Siamo
entrati nella faggeta che minaccia di scaricarci addosso una gran
quantità di freschi regalini... |
Si avanza
faticosamente e nelle piccole radure che incontriamo lo spessore della
neve è ingentissimo, 40, 60, 70 cm e aumenta ancora! Tutto è
ammantato, rocce comprese, il che riserva qualche sorpresa, di cui sono
vittima io, che scivolo cadendo nella neve, e poi per rialzarmi, non vi
dico... Arriviamo finalmente alla prima cresta senza alberi e un po' spazzata
dal vento verso quota 1700m. La nostra meta iniziale è coperta
dalla cima della Costa Ceresole, che a tratti si perde nei nuvoloni neri
che incombono. In breve decidiamo di modificare il programma originario
e di puntare ad una antecima che si scorge in lontananza poco sopra il
limitare del bosco, convinti di arrivarci abbastanza presto. Ci aspetta
un lungo tratto di bosco alternato alle solite radure. Solo che non abbiamo
fatto i conti con l'Abruzzo. La quantità di neve diventa insostenibile,
a tratti rasenta il metro, avanzare è faticosissimo e lentissimo
(la neve arriva a volte alla vita, e poi è pesante!), il bosco
sembra interminabile e ci costringe a frequenti aggiramenti.
Siamo
ormai completamente consci della situazione in cui ci troviamo.
L'avversario è ostico, ma non demordiamo! |
Quando arriviamo
alla fine è l'una e tre quarti e siamo spossati: basta. Bivacchiamo
sulla misera cimetta raggiunta (1980m) ma che ci è sembrato il
Monte Bianco. Fa freddo: -1,7°C, tira vento e a tratti nevischia.
Il tutto, unito al fatto che alle 4:30 è notte e che ci aspetta
almeno 1 ora e mezza di discesa, ci sprona a sbrigare in fretta le faccende,
e dopo l'autoscatto di rito ci gettiamo lungo la nostra pista di salita,
che a tratti sembra una trincea. La discesa comunque è molto più
agevole e all'imbrunire siamo seduti al tavolo del Rifugio del Lupo davanti
a due bicchieri di birra. L'Abruzzo ancora una volta si è fatto
rispettare e non ha tradito le aspettative. W l'Abruzzo e W l'Appennino!
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