Speciali Montagna
06/05/2004 Alpinistica al Sirente
Partecipanti: GIULIO, PAOLO.
Dislivello: 1180m
Tempo di Percorrenza: 3,45h

 

 


E' il 6 maggio, siamo in primavera inoltrata, e la stagione, per definizione "pazza", ci sta regalando uno dei suoi sbalzi più appariscenti. I giorno 5 infatti è passato tra temporali, vento e temperature in calo, e noi appassionati di montagna e meteo non possiamo esimerci dall'andare nel nostro caro Abruzzo a vedere la situazione sui monti, dato anche che le previsioni parlano di un miglioramento parziale sull'Adriatico. Decidiamo di tentare il Sirente dal versante nord, percorrendo la Valle Lupara fino alla cresta e poi quest'ultima sino in vetta. Partiamo di buon'ora dalla Capitale con cielo chiuso ma senza pioggia, confidando nelle schiarite verso Est. Tra sprazzi di sole, gocce di pioggia e fiumi in piena, arriviamo al cospetto del Velino: la cima è coperta dalle nubi, ma alla base di queste si intravede una spruzzata fin verso i 1700m. Incredibile, il 6 maggio! Quest'annno l'abruzzo è veramente serio!! Saliamo verso Ovindoli, dove la temperatura è di soli 2°C e ci dicono che all'alba ha fatto qualche fiocco, e poi ci dirigiamo verso i Prati del Sirente. Qui il cielo è decisamente più aperto, ma le cime sono tutte sotto le nubi portate da Ovest, da cui scendono evidenti virga nevose fin verso i 1600m. Anche il nostro Sirente è incappucciato, e evidenti sono le tracce della neve frasca caduta nella notte. Tutto ciò anziché farci capire che non è il caso di tentare alcunché ci sprona ancora di più ad andare. E allora eccoci al Vecchio Chalet bruciato, a 1160m, a mettere gli scarponi. Dallo Chalet prendiamo il sentiero segnato che entra nella bella faggeta, già verdeggiante di tenere foglioline, in decisa salita. Grossi rami spezzati con le foglioline verdi testimoniano la tempesta che deve aver imperversato nella notte. Si sale dapprima decisamente, poi, dopo l'incrocio con una sterrata, più lenti, tra gli alberi non fitti. Verso i 1500m iniziano le prime chiazze di neve vecchia. Il tempo, che ci aveva regalato un po' di sole, peggiora, e inizia a cadere dapprima una pioggerellina, poi radi fiocchetti portati dal vento. Continuiamo a salire, e la neve vecchia aumenta di spessore, coperta anche di uno straterello di neve nuova, fino a farci perdere completamente le tracce del sentiero. Noi continuiamo a salire finché usciamo dal bosco verso i 1700m.


La situazione all'uscita dal bosco, verso i 1700m.


La situazione non è delle migliori: c'è tanta neve fresca, tira un forte vento che alza turbini di neve, si vedono verso l'alto delle pareti di roccia incrostate di ghiaccio, gli alberi sono tutti ghiacciati. Per una persona normale questo sarebbe il momento più idoneo per tornare indietro, ma noi non siamo normali, e la neve, il ghiaccio, e il fatto che tutto ciò si sta verificando il 6 maggio, non fanno altro che entusiasmarci ancora di più, e così messi i ramponi, continuiamo a salire. C'è il problema che abbiamo perso il sentiero per la Val Lupara, siamo usciti dal bosco troppo a sinistra, e così puntiamo verso destra, costeggiando le rocce, ed entriamo in quello che sembra u vallone più ampio. Il vento sempre più forte e la nebbia rendono la visibilità molto scarsa. Saliamo costeggiando delle roccette e infine arriviamo su una crestina, verso i 2000m. Le rocce sono tutte ghiacciate, il vento è a 50Km/h, c'è molta nebbia, si vede veramente pochissimo, e non sappiamo assolutamente dove siamo rispetto alla Val Lupara e dove sia la cresta principale.


Stiamo arrivando sulla crestina a quota 2000m. Vento fortissimo e nebbia ci circondano.


Percorriamo un po' la crestina e poi entriamo in un altro vallone, ormai completamente nella nebbia. C'è veramente molta neve fresca quando arriviamo alla base di una parete di roccia. Siamo sui 2200m, dovremmo già essere in cresta, ma evidentemente siamo ancora troppo a sinistra. Costeggiamo le rocce andando verso destra, finché arriviamo all'uscita di una canalino che sembra fattibile, anche perchè non si può andare ancora lateralmente perchè il pendio diventa ripidissimo. Entriamo allora nel canalino e in breve, dopo un tratto finale molto ripido, eccoci in cresta, a 2250m.


Eccomi all'arrivo in cresta a quota 2250m. Notate le rocce in che condizioni stanno, vi ricordo che è il 6 maggio!


Ora in vento è veramente fortissimo, ma la felicità di essere arrivati è tanta, e ci sprona a continuare fino alla vetta. Percorriamo un tratto camminando piegati per vincere la forza del vento, poi questo scema un po' superata la sella che corrisponde all'uscita della Val Lupara, e risaliamo tra neve e rocce cariche di galaverna fino alla zona sommitale, e quindi alla croce della vetta, in una situazione più da gennaio che da maggio. Vento e nebbia congelantesi, galaverna dappertutto, neve portata dal vento, che situazione.


Ed eccoci finalmente in vetta, che situazione. Notate la galaverna sulla croce e le cornici alle nostre spalle.


Dopo le foto di rito ci rifugiamo al riparo di un roccione sotto la vetta, protetti anche da un muro di neve alto 4m creato dal vento. Pranzo veloce e via in discesa. Fa freddo, le giacche sono umide, ci prende un po' di fretta, così ripercorriamo velocemente la un tratto di cresta quando comincia a nevicare a pallettoni. Scendiamo un po', e quando vediamo alla nostra sinistra l'inizio di un vallone con vecchie tracce di sci che scendono, siamo sicuri di aver trovato l'uscita della tanto sospirata Val Lupara, e ci buttiamo a capofitto. Inizia a nevicare forte, non si vede veramente nulla, c'è il bianco più totale, si capisce solo che stiamo acendendo. Dopo un lungo tratto, con le giacche bianche di neve, finalmente intravediamo la fisionomia dello stretto valloncello che stiamo percorrendo. Continuiamo a scendere, smette di nevicare, e ad un tratto ecco apparire una strada bianca e un fontanile. Io non capisco cosa ci fanno sul versante nord del Sirente, e poi, quando inizia il bosco? Seguitiamo a percorrere il valloncello, che si restringe. La neve diminuisce, la nebbia si alza, e noi continuiamo a scendere. Poi la beffa: appare una grossa collina verde e a me appare improvvisamente tutto chiaro. Siamo scesi sul versante Sud, e ci troaviamo ora nei pressi dei pratoni sovrastanti la Val Darano, vicino ad Ovindoli. Sconcertati, paolo incredulo, scendiamo ai prati, non riuscendo a capacitarci del nostro errore. Eravamo così sicuri di essere sul versante Nord! Non ci resta che percorrere a piedi la lunghissima strada sterrata fino ad ovindoli e sperare in un passaggio verso Rocca di Mezzo. Scendendo inizia pure a piovere forte, e siamo nei pressi del paese, zuppi, quando una coppia su un pandino 4x4 ci carica. Arriviamo a Rocca e chiamiamo un amico che ci riporta alla macchina. Nel frattempo la pioggia diventa neve, e in paese inzia a fare dei fiocchi enormi. Quando ripassiamo sulla mai così amata Skoda i prati sono già imbiancati. E' iol 6 maggio!!

 

DATI METEO PRESI DURANTE L'ESCURSIONE

Vecchio chalet bruciato: quota 1163; temperatura 6°C; vento massimo 9,8 Km/h;
posizione GPS 42°09'37,9''N 13°33'10,0''E
NOTE: vento massimo 51,3 Km/h registato nella zona della cresta, temperatura in vetta -0,7°C.