Speciali Montagna
Val di Teve 07/12/03



Tutto comincia guardando le previsioni meteo su internet: arriva una forte irruzione fredda domenica 7 dicembre! Noi che proprio normali non siamo non possiamo farci scappare questa occasione di vedere una bella nevicatona e scegliamo la Val di Teve, al confine tra Lazio e Abruzzo, che dai 990m della "Bocca" arriva fino ai 2400m del Monte Cafornia, al cospetto del Velino. E' una valle profonda e riparata dai freddi venti orientali, e percorsa per un lungo tratto da una facile carrareccia. Nonostante i consigli dei nostri amici, che ci danno dei pazzi e ci dicono di non andare, il richiamo della neve e della montagna è troppo forte, e così ci ritroviamo sull'autostrada Roma - L'Aquila sotto un pallido sole che non riscalda molto. Quando arriviamo all'imbocco della valle il tempo è meno brutto di quanto previsto: è nuvoloso e c'è un forte vento freddo, ma ancora non nevica. Guardando verso le alte pareti di roccia del Murolungo e verso i pendii sommitali del Velino comunque si vede la tipica nebbiolina che dà la neve che cade. Ci incamminiamo lungo una sterrata e in breve siamo alla Bocca di Teve, l'inizio della valle. Il fondo è boscoso e percorso da una carrareccia. Arriva ogni tanto qualche folatone di vento, ma nulla in confronto con quello che si sente ululare tra le pareti di roccia che subito incombono altissime e minacciose. Subito partono le prime foto, e mentre si scatta cadono i primi grammi di neve: pallettine piccole e dure. La strada sale costante, la valle è stretta dalla parete rocciosa del Murolungo e del Monte Rozza, e quando l'altimetro segna i 1300m incontriamo la prima neve vecchia, quella per intenderci in cui siamo quasi affogati sabato 29. La nevicata a pallettine è ora più intensa, e qualcosa resta anche al suolo. La temperatura è bassa e scende costantemente. La strada continua tra salitelle, tratti in piano e tornanti, la neve aumenta (sia quella al suolo, sia quella che cade) fino a che arriviamo ad una radura nel bosco (ormai una splendida faggeta) dove facciamo una sosta. Si vedono rovescioni di neve avanzare verso di noi, le pareti di roccia hanno lasciato il posto a versanti ripidi su cui turbina la neve. In breve cominciano a cadere bei fiocconi che vengono presi in carico dal vento ora nuovamente forte e accumulati disordinatamente. La salita continua e alla fine arriviamo al termine del bosco, verso i 1750m. Siamo in prossimità di una sorgente, dove l'estate pascolano le pecore, ma ora tutto è indistinto: nevica forte, c'è molto vento che fa turbinare la neve attorno a noi, c'è anche nebbia. Cominciano discreti accumuli al suolo nelle zone sottovento. Ma a noi non basta, vogliamo proseguire ancora un po', e, sfidando il vento e la neve che ci flagella, riusciamo ad arrivare ad una prominenza alta 1900m, ormai immersi nel nulla bianco. l'unica cosa che si vede è il termine del bosco giù in basso e una parete di roccia (del Monte di Sevice) che simile ad un fantasma emerge dalla bufera. Il termometro (sono le 13) regista -7,1°C. Dopo le foto di rito scendiamo un poco nel versante sottovento della cimetta e ci mettiamo riparati da una macchia di faggi a mangiare. Ora la nevicata è intensissima ma senza vento. Gli zaini e le nostre impronte sono rapidamente ricoperti di neve, il panino stesso tra un boccone e l'altro si copre di fiocchi, che SITUAZIONE ARTICA!! Verso le 14 decidiamo che finalmente ne abbiamo abbastanza e cominciamo la discesa. Prima di rientrare nel bosco nel punto in cui c'era la sorgente abbiamo il tempo di beccarci qualche minuto di tempesta vera, ma ora per foruna il vento lo abbiamo di spalle. Ripercorriamo quindi la stessa strada nel bosco (accumulo di neve medio 20cm) con la nevicata che scema di intensità. Arrivati alla macchina scopriamo con piacere che anche alla base ha fatto qualche cm. L'Abruzzo ancora non delude!
Le foto qui sotto sono del mio assiduo compagno di escursioni, il GRANDE Paolo Ramazzotti.
Un faggio lotta strenuamente contro la bufera, e vince. Chissà quante battaglia avrà vinto nella sua lunga vita... (mamma che poesia!).
La bufera nel massimo della sua intensità. Per fortuna che stiamo scendendo e abbiamo il vento di spalle!
Siamo sulla cimetta a quota 1900m. E' un momento di calma di vento e possiamo apprezzare la parete nord del Monte di Sevice che sembra un gigantesco mostro che sorge dalle brume...