Tutto comincia
guardando le previsioni meteo su internet: arriva una forte irruzione
fredda domenica 7 dicembre! Noi che proprio normali non siamo non possiamo
farci scappare questa occasione di vedere una bella nevicatona e scegliamo
la Val di Teve, al confine tra Lazio e Abruzzo, che dai 990m della "Bocca"
arriva fino ai 2400m del Monte Cafornia, al cospetto del Velino. E' una
valle profonda e riparata dai freddi venti orientali, e percorsa per un
lungo tratto da una facile carrareccia. Nonostante i consigli dei nostri
amici, che ci danno dei pazzi e ci dicono di non andare, il richiamo della
neve e della montagna è troppo forte, e così ci ritroviamo
sull'autostrada Roma - L'Aquila sotto un pallido sole che non riscalda
molto. Quando arriviamo all'imbocco della valle il tempo è meno
brutto di quanto previsto: è nuvoloso e c'è un forte vento
freddo, ma ancora non nevica. Guardando verso le alte pareti di roccia
del Murolungo e verso i pendii sommitali del Velino comunque si vede la
tipica nebbiolina che dà la neve che cade. Ci incamminiamo lungo
una sterrata e in breve siamo alla Bocca di Teve, l'inizio della valle.
Il fondo è boscoso e percorso da una carrareccia. Arriva ogni tanto
qualche folatone di vento, ma nulla in confronto con quello che si sente
ululare tra le pareti di roccia che subito incombono altissime e minacciose.
Subito partono le prime foto, e mentre si scatta cadono i primi grammi
di neve: pallettine piccole e dure. La strada sale costante, la valle
è stretta dalla parete rocciosa del Murolungo e del Monte Rozza,
e quando l'altimetro segna i 1300m incontriamo la prima neve vecchia,
quella per intenderci in cui siamo quasi affogati sabato 29. La nevicata
a pallettine è ora più intensa, e qualcosa resta anche al
suolo. La temperatura è bassa e scende costantemente. La strada
continua tra salitelle, tratti in piano e tornanti, la neve aumenta (sia
quella al suolo, sia quella che cade) fino a che arriviamo ad una radura
nel bosco (ormai una splendida faggeta) dove facciamo una sosta. Si vedono
rovescioni di neve avanzare verso di noi, le pareti di roccia hanno lasciato
il posto a versanti ripidi su cui turbina la neve. In breve cominciano
a cadere bei fiocconi che vengono presi in carico dal vento ora nuovamente
forte e accumulati disordinatamente. La salita continua e alla fine arriviamo
al termine del bosco, verso i 1750m. Siamo in prossimità di una
sorgente, dove l'estate pascolano le pecore, ma ora tutto è indistinto:
nevica forte, c'è molto vento che fa turbinare la neve attorno
a noi, c'è anche nebbia. Cominciano discreti accumuli al suolo
nelle zone sottovento. Ma a noi non basta, vogliamo proseguire ancora
un po', e, sfidando il vento e la neve che ci flagella, riusciamo ad arrivare
ad una prominenza alta 1900m, ormai immersi nel nulla bianco. l'unica
cosa che si vede è il termine del bosco giù in basso e una
parete di roccia (del Monte di Sevice) che simile ad un fantasma emerge
dalla bufera. Il termometro (sono le 13) regista -7,1°C. Dopo le foto
di rito scendiamo un poco nel versante sottovento della cimetta e ci mettiamo
riparati da una macchia di faggi a mangiare. Ora la nevicata è
intensissima ma senza vento. Gli zaini e le nostre impronte sono rapidamente
ricoperti di neve, il panino stesso tra un boccone e l'altro si copre
di fiocchi, che SITUAZIONE ARTICA!! Verso le 14 decidiamo che finalmente
ne abbiamo abbastanza e cominciamo la discesa. Prima di rientrare nel
bosco nel punto in cui c'era la sorgente abbiamo il tempo di beccarci
qualche minuto di tempesta vera, ma ora per foruna il vento lo abbiamo
di spalle. Ripercorriamo quindi la stessa strada nel bosco (accumulo di
neve medio 20cm) con la nevicata che scema di intensità. Arrivati
alla macchina scopriamo con piacere che anche alla base ha fatto qualche
cm. L'Abruzzo ancora non delude!
Le foto qui sotto sono del mio assiduo compagno di escursioni, il GRANDE
Paolo Ramazzotti.
Un
faggio lotta strenuamente contro la bufera, e vince. Chissà
quante battaglia avrà vinto nella sua lunga vita... (mamma
che poesia!). |
La
bufera nel massimo della sua intensità. Per fortuna che stiamo
scendendo e abbiamo il vento di spalle! |
Siamo
sulla cimetta a quota 1900m. E' un momento di calma di vento e possiamo
apprezzare la parete nord del Monte di Sevice che sembra un gigantesco
mostro che sorge dalle brume... |
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