Basta! Questa
volta si cambia! Dopo tante bellissime escursioni concluse però
senza una vetta decidiamo di tentare il Velino, la bestia nera delle salite
abruzzesi, e in invernale. Una vera alpinistica!! Le previsioni danno
tempo bello dopo una giornata di pioggia. Partiamo sapendo che la neve
è caduta dai 1500m in su. Quando arriviamo alla base, presso la
chiesa di S.Maria in Valle Porclaneta, a 1120m, il cielo è ancora
grigio. Ci aspettano 1400m di dislivello e la mole possente del Velino
pare sconsigliarci l'avventura. Ma due pazzi come noi possono rinunciare?
Zaini in spalla ci incamminiamo verso le pendici del Monte di Sevice:
vogliamo salire diretti verso questa cima sfruttando una evidente costola
dove il vento ha spazzato la neve. Guardando verso le zone alte della
montagna vediamo la neve che turbina e rabbrividiamo al pensiero di quello
che ci aspetta alle alte quote. Lasciamo dopo poco il sentiero per la
Capanna di Sevice e prendiamo dritto per dritto il pendio che ci sovrasta.
Improvvisamente alle nostre spalle un gruppo di 15 cinghiali marroni scuri
e belli in forze passa di corsa: uno spettacolo incredibile. Continuiamo
a salire e il panorama si apre sul Fucino e le montagne del Lazio. Nonostante
quello che si dice sulla noia che dovrebbe suscitare questo versante del
Velino noi siamo entusiasti. Verso i 1500 comincia la neve, per fortuna
poca. Superiamo alcuni muli e cavalli al pascolo sui ripidi pendii e continuiamo.
Prendiamo rapidamente quota con vedute sempre più belle; il tempo
migliora e esce anche un po' di sole.
Un
branco di una trentina di cervi passa a poca distanza. Che wilderness!
La mole del Re della Marsica si staglia sullo sfondo. |
Quando su
una costola a breve distanza da noi un branco di 30 cervi passa lentamente
sulla neve l'entusiasmo è al massimo: questa montagna enorme che
sembra sterile e noiosa è invece piena di vita e regala grandi
emozioni. Che dire, rinvigoriti dallo spettacolo continuiamo a salire,
finche si alza un bel vento. La neve è spazzata e quindi si cammina
agevolmente, e in breve, ma non senza fatica, ci troviamo a 2100m a effettuare
una diagonale puntando verso la cimetta del Costognillo.
Il
Paoletto alle prese con i ramponi... Sullo sfondo le montagne del
Lazio. |
Mettiamo
i ramponi perchè la neve a tratti è dura e scendiamo in
una valletta patagonica con le rocce arabescate di ghiaccio. Poi arriviamo
ad una conca piena di neve e ancora ad una piccola sella dalla quale la
piramide sommitale del Velino sembra ormai a poratata di mano (2320m).
Io esulto, dico che ormai è nostro...Paolo non si fida e ha ragione.
Come mi sbaglio!! Dopo Aver ammirato lo splendido panorama del versante
nord, verso Majella, Gran Sasso e Sirente sono al settimo cielo, quando
comincia a spirare un forte vento da est.
Ormai
è nostro... Le ultime parole famose. La vetta SEMBRA vicina
ma non lo è. |
Ma?! Cosa
sarà? Mi incammino verso la vetta, trionfante, seguito a ruota
da Paolo, e penso " eccola lì, siamo arrivati..." e dopo
un po' "eccola, è finita" e poi dopo altro tempo "solo
un'altra rampa..." ma nulla, il Re della Marsica non si concede.
Gli ultimi metri sono uno strazio, con un vento pazzesco che ci ostacola
in ogni modo e pezzettoni di ghiaccio che ci fischiano intorno. Ma alla
fine croce e madonnina sono davanti a noi! Ce l'abbiamo fatta.
Poco
sotto la vetta al riparo dal vento e dai missili di ghiaccio. Ce
l'abbiamo fatta, ma il gigante è poco ospitale. |
La sosta in vetta, riparati sotto vento da una roccia è breve.
Sembra che stia arrivando una tempesta sempre più forte che mette
paura, arrivano delle nuvole, fa freddo...Ok scendiamo. Ma l'impresa non
è facile. Il vento butta quasi per terra, alza scheggie di ghiaccio
che viaggiano come proiettili. Ci buttiamo giù per il pendio subito
sotto la vetta, in dicesa verticale, ma il vento ci tormenta fino a quote
basse. Alla fine facciamo una sosta, spossati dalla discesa, e poi ci
rincamminiamo per completare l'escursione. C'è ancora tempo per
una discesa di culo su un nevaio e per vedere altri cinghiali nella macchia
alla base. Poi la macchina sembra la cosa più bella del mondo. |